“La lettera di Pietro” è un libro di Aldo Amabile pubblicato da Articoli Liberi che parla di una realtà distopica apparteente a un tempo a noi non troppo lontano. Questo libro ci racconta della vicenda del giovane Elia Cannin, figlio di don Pietro Cannin, primo dirigente della Confederazione di Ro. L’Italia, così come la conosciamo, non esiste più. Le lingue sono diventate dialetti e sono state sostituite dal ruinci, un nuovo linguaggio elaborato dal sofisticato computerGrammatico e adottato da tutte le Confederazioni. E i libri, quelli di carta, sono soltanto una reliquia segregata in antiche e proibite biblioteche. Elia ha appena conseguito il pandottorato e ha la possibilità di diventare il nuovo segretario personale del ministro delle Raccomandazioni Statali, ma invece di obbedire a un sistema che di umano non ha più nulla, decide di ribellarsi.
Un racconto in si ritrovano paesaggi estremi che ricordano quelli di José Saramago, scritto con la finezza della letteratura fantastica di Dino Buzzati, e capace di trasformare un luogo surreale a cui siamo ormai assuefatti in un non-luogo regolato da leggi affatto improbabili, anzi, a noi piuttosto familiari.