“Il presidente del Borgorosso Football Club”, un grande film sul calcio

Articolo di Gordiano Lupi

Regia: Luigi Filippo D’Amico. Soggetto e Sceneggiatura: Sergio Amidei, Alberto Sordi e Adriano Zecca. Fotografia: Sante Achilli. Montaggio: Antonio Siciliano. Musiche: Piero Piccioni. Scenografia: Umberto Turco. Durata: 115’. Colore. Interpreti: Alberto Sordi, Tina Lattanzi, Margarita Lozano, Daniele Vargas, Franco Accatino,  Carlo Taranto, Dante Cleri, Carla Mancini, Rosita Toros, Elena Pedemonte, Omar Sivori, Giuliano Todeschini, Edgardo Sirolli.

Il presidente del Borgorosso Football Club (1970) di Luigi Filippo D’Amico è un grande film sul calcio, forse una delle migliori commedie di argomento sportivo, che gode della grande caratterizzazione di Alberto Sordi nei panni di un presidente innamorato della sua squadra di calcio. Sordi è Benito Fornaciari, un impiegato del Vaticano che non ha mai visto una partita di calcio, ma alla morte del padre eredita la sua azienda di vini e la squadra del paese. La passione per il calcio travolge Benito, che si dedica anima e corpo al Borgorosso, prima assumendo un allenatore sudamericano che ricorda Helenio Herrera, poi esonerandolo e prendendo il suo posto in panchina. Tra gli interpreti abbiamo addirittura Omar Sivori, nella parte di se stesso, come ultimo acquisto per risollevare le sorti del Borgorosso. Alberto Sordi affacciato al balcone mentre canta l’inno “Bianconeri del Borgorosso… rosso… rosso … footbal club!”, imitando Mussolini a Palazzo Venezia è fantastico. Altrettanto riuscita la canzoncina di incoraggiamento all’interno dello spogliatoio: “Chi non lotta con coraggio non si merita l’ingaggio/ Chi non lotta con vigore è peggio d’un traditore/ Chi s’estranea dalla lotta è un gran figlio d’una mignotta”. La pellicola resta una farsa, ma appassiona il modo in cui il regista riporta al cinema il vero mondo del calcio con riti e consuetudini. Troviamo i ritiri, le mogli che si lamentano, gli allenatori maniaci che si danno arie da maghi, il pubblico esigente, i presidenti fanfaroni e prepotenti, gli arbitri arroganti… Sordi è un gigante, firma pure la sceneggiatura, scritta con la collaborazione di Sergio Amidei e di un ex calciatore come Adriano Zecca. Musiche di Piero Piccioni.  

Molti ritengono che la squadra di fantasia del Borgorosso sia ispirata al Cesena, sia per la similitudine nel colore delle maglie (bianco – nero), sia per le vicissitudini molto simili. Il Cesena, infatti, negli anni Sessanta venne acquistato dal commerciante di frutta Dino Manuzzi, che portò la società dai campionati semiprofessionistici ai fasti nazionali della serie A, partecipando addirittura alla Coppa Uefa nel 1976 – 77. Il Cesena di Manuzzi, come il Borgorosso di Sordi-Fornaciari, ingaggiò due campioni come Di Giacomo e Stacchini, che provenivano da Inter e Juventus.

Le riprese del film si svolgono a Lugo della Romagna, lo stadio è quello del Baracca Lugo, compagine di serie D, ma il campionato cui partecipa il Borgorosso resta imprecisato dalla sceneggiatura. Va detto che il Baracca Lugo ha colori sociali bianco e nero. Ricordiamo che il 15 giugno 2006, nel giorno del compleanno di Alberto Sordi, su sua volontà, è nato a Roma il Borgorosso Football Club 1919, fondata da Angelo e Giovanni Lacagnina, patrocinato dalla Fondazione Alberto Sordi, tuttora impegnato nei campionati dilettantistici, utilizzando marchi e stemmi ufficiali della società di fantasia inventata per il film.

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