Nel 700 anniversario (1321-2021) della morte del sommo poeta Dante Alighieri sono morti autorevoli e rinomati studiosi della letteratura italiana e filologici danteschi come i professori Andrea Battistini ed Emilio Pasquini.
Stamane all’ospedale di Pisa dopo una lunga malattia è morto il docente universitario, scrittore e critico Marco Santagata. Non ce l’ha fatta. In un precedente articolo (https://www.ilsaltodellaquaglia.com/2020/11/08/il-professore-marco-santagata-in-gravi condizioni/), apparso soltanto ieri, annotavo e commentavo le sue gravi condizioni. In questo nuovo articolo si diffonde, purtroppo, la notizia della morte di un dei maggiori esperti, commentatori critici delle Origini della nostra Letteratura ed in particolare di Dante e di Francesco Petrarca. Fondamentali i suoi commenti alla Divina Commedia e al Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta) pubblicati nella prestigiosa collana «I Meridiani» editi da Mondadori.
Il professore Marco Santagata era nato in provincia di Modena, a Zocca, nel 1947. Ha compiuto gli studi universitari a Pisa, laureandosi nel 1970 come allievo ordinario della Scuola Normale Superiore.
Nel 1976 ha insegnato come incaricato Filologia dantesca alla Facoltà di Lettere di Venezia; dal 1977 al 1980, ancora per incarico, ha insegnato Filologia umanistica alla Facoltà di Lettere di Pisa. Ordinario di Letteratura italiana nel 1980, dopo un tre anni passati e vissuti nella Facoltà di Magistero di Cagliari, dal 1984 insegna alla Facoltà di Lettere di Pisa. Dal 1984 al 1988 ne ha diretto l’Istituto di letteratura italiana; dal 1996 al 2000 è stato direttore del Dipartimento di Studi italianistici e membro del Consiglio di Presidenza del Collegio dei Direttori di Dipartimento dell’ateneo.
Numerosi gli incarichi nel corso della sua carriera, anche internazionali (è stato visting professor in prestigiosi atenei, come la Sorbona, l’Università di Ginevra, la UNMA di Città del Messico e Harvard). Il professore Marco Santagata (http://www.marcosantagata.it) si è occupato soprattutto di lirica italiana con una particolare attenzione alla Letteratura delle Origini. Numerosi sono i suoi studi dedicati a Dante, a Francesco Petrarca e al petrarchismo.
Ha studiato, altresì, anche i Canti di Giacomo Leopardi e la poesia italiana fra Otto e Novecento (in particolare Giovanni Pascoli e Gabriele d’Annunzio). Negli ultimi anni il suo nome è associato ad uno dei più utilizzati manuali di letteratura italiana ed una meno recente antologia di storia e testi della letteratura italiana (Il filo rosso) in uso in tutti i programmi universitari di Letteratura italiana.
Negli ultimi vent’anni ha scritto e pubblicato varie opere di narrativa. Tra le tante si ricordano: Il maestro dei santi pallidi (2002, Premio Campiello 2003), L’amore in sé (2006, Premio Stresa), Il salto degli Orlandi (2007), Voglio una vita come la mia (2008), Come donna innamorata (2015, finalista al Premio Strega); Amici nemici (con W. Siti, 2017); Il movente è sconosciuto (2018); Il copista (2020).
Con la scomparsa del professore, scrittore, critico Santagata il mondo delle «belle lettere», della Cultura perde un grande intellettuale ed un amico generoso. I suoi colleghi ma soprattutto gli studenti lo ricordano e lo ricorderanno sempre come un uomo infinitamente curioso, mosso sempre dal desiderio della conoscenza. Un uomo di studio e di stile.
Tutti i suoi lavori eleganti, raffinati, lavorati con acume e intelligenza sono attraversati però da una chiarezza, da un equilibrio conforme alla sua personalità dotta ma ironica, generosa. L’enorme e vasta generosità letteraria che il professore Santagata lascia a noi posteri sia la stessa che adesso – «come a buon cantor buon citarista / fa seguitar Io guizzo della corda» (Paradiso XX, 142) – i paradisiaci cieli, da lui in vita esplorati, manifestino a lui e lo conducano a sedere nel suo «scanno» ove per sempre adesso potrà ammirare e studiare «l’amor che move il sole e l’altre stelle» (Paradiso XXXIII, 145)
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