Chiudo gli occhi, e mi ritrovo nuovamente sull’Isola. Cammino da solo nella vegetazione, con la sensazione incombente di essere seguito. Mi fermo, ad un tratto vedo tra gli alberi una.. una colonna di fumo nero seguirmi! Non è cambiato niente, rifletto velocemente. Non me ne sono mai andato, ma allora..
Mi scuso, ma non ho saputo resistere! Se vi siete disorientati nel capire il perché della mia apparente folle scrittura, vi aggiorno subito. Se, invece, avete trovato tutto estremamente familiare consolatevi, che come me, non avete mai lasciato veramente l’Isola.
Ma partiamo con ordine, Lost è stata una serie televisiva evento andata in onda dal 2004 al 2010, con 114 episodi e sei stagioni a strutturarne le trame e le infinite dinamiche. Creata da quel genio di J.J.Abramas, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber, la trama della serie prevede un inizio sufficientemente intrigante: un aereo di linea, tale l’815 della Oceanic Airlines nella tratta da Sidney a Los Angeles precipita su un’isola disabitata, misteriosa e fuori dalle carte geografiche.
I sopravvissuti, e nello specifico i protagonisti principali della vicenda che saranno ben 14, improvvisamente disorientati dall’incidente dovranno via via prendere confidenza con le dinamiche di gruppo che andranno a formarsi, esplorare l’Isola e scoprire che poi tanto disabitata non era.. e non potrei aggiungere altro alla descrizione della serie nemmeno se lo volessi, spostando qualche virgola e parola più in la del necessario e inizierei a fare enormi spoiler. E non è quello che voglio. Partiamo dalle basi, dai fatti che posso rivelare.
La serie è stata considerata una delle produzioni più costose della storia della televisione (l’episodio pilota costò 12 milioni di dollari) tanto da far presagire un possibile flop di pubblico e di critica. Ma con il passare degli episodi e il solido svilupparsi della trama, le perplessità di sono ben presto trasformate in grida di gioia: Lost poteva già definirsi un cult della televisione moderna.
Con lo strutturarsi di una trama che andava sempre più coinvolgendo, in maniera fitta, le dinamiche di tutti i protagonisti dell’Isola, procedeva anche nella creazione di episodi iconici e personaggi tridimensionali ben strutturati, capaci di far affezionare lo spettatore coinvolgendolo nella famigerata “Esperienza Lost”.
Detta tale, perché nel lontano 2004, non esisteva quasi nessuna piattaforma social, non esisteva neanche la possibilità di vedere la serie senza aspettare la settimana successiva (oggi invece, guardando ad esempio Netflix, possiamo goderci la serie senza interruzioni di pubblicità o senza badare ai palinsesti pubblicitari, le cosiddette maratone ) in questo modo, i telespettatori (me compreso in quegli anni d’oro) dovevamo aspettare la settimana successiva, dandoci il tempo di riflettere sulla puntata appena vista e parlarne negli special forum che si vennero a creare in Internet!
Certo, in siti costruiti ad arte dai fan per parlare della serie, vennero anche costruiti dei forum semi-professionali in cui non dovevi far altro che mettere ogni secondo della puntata, sotto la lente d’ingrandimento e condividerne le intuizioni con i colleghi virtuali! In questo modo, andava anche a rafforzarsi una community di fan che non aveva mai avuto eguali nella storia della serialità televisiva. Questo procedimento, che ad oggi può sembrare simbolo di follia o devianza sociale, sarebbe nel 2020 irripetibile e non funzionante.
Il mistero che la serie ha creato e che di fatto ne ha fatta diventare un cult al pari di “I segreti di Twin Peaks”, sarebbe sviscerato dai mille social e dai mille spoiler che ne deriverebbero. Un’esperienza uccisa sul nascere, direbbero in molti. Ma ciò che ha contribuito alla grande delle prime stagioni, poi relativamente perse nelle successive quando la sceneggiatura venne ingoiata dal successo della serie stessa, furono anche le musiche e le colonne sonore create da Michael Giacchino per ognuno dei quattordici protagonisti!
L’Isola, poi, divenne essa stessa uno dei personaggi principali. Tutta la trama ha gravitato intorno a questo speciale pezzo di roccia, facendola diventare il fulcro totale della narrazione. Per questo, mi sono permesso di scrivere quel piccolo pezzo delirante a inizio articolo, per poter tornare ad immergermi in un clima che nel corso di sei lunghi anni ha accompagnato il mio quotidiano vivere..
Infine, se per una malaugurata serie di ragioni vi siete persi Lost, ed a meno che non vogliate vivere un’esistenza senza aver raggiunto il summa dei piaceri televisivi, siete invitati a guardarla e godervela. Se l’avete già vista, non posso far altro che sorridere, immaginandovi tutti miei “fratelli di community”, e dirvi l’Isola non ha ancora finito con voi.. e mai lo farà.