“Lost”, un luogo apparentemente piccolo e desolato

Articolo di Alessio Lucignoli

Lo schermo si colora di nero, mentre il logo bianco “Lost” appare in maniera sfuocata. Nel mentre, si percepisce una nota bassa che introduce una colonna sonora intrigante, misteriosa, ipnotizzante. La parola Lost diventa sempre più evidente, prepotente quasi nel suo ricoprire tutto il nero dello schermo, ed arriva al suo culmine proprio mentre la colonna sonora, piena di suspence, arriva allo zenit. Da brividi.

Inizia cosi nel 2004, la serie campione di ascolti e di critica, Lost. Con un canovaccio apparentemente semplice, come quello di un disastro aereo su un’isola misteriosa e fuori da qualsiasi carta nautica, si scatenano una miriade di eventi che nel prologo non sarebbero stati neppure concepibili. E fino al 2010, Lost diventa LA serie televisiva per eccellenza, con all’attivo 141 episodi divisi in 6 incredibili stagioni, detta la sua legge e le sue regole riguardanti la serialità televisiva per arrivare a creare un “prima Lost” e “dopo Lost”.

Il successo straordinario della serie viene principalmente da un cast enorme: 14 personaggi in tutto! E con essi, le infinite possibili dinamiche che si possono instaurare in un luogo apparentemente piccolo e desolato come l’isola. Si scoprirà presto, che non è nè l’una né l’altra. Ma non sono certo qui per fare spoiler o rovinarvi l’appetito: non ci riuscirei comunque. Sono talmente tante, talmente diverse e talmente significative le scene ed i personaggi rivelatori della serie, che non potrei aggiungere niente che una visione attenta di Lost potrebbe offrirvi.

Tutto questo ineccepibile calderone di prove attoriali, sceneggiature ben architettate e studiate va inevitabilmente, niente è perfetto, a sbattere all’inesorabile declino della serie dopo la terza stagione. Complice il memorabile sciopero degli sceneggiatori del 2007-2008, la magia che Lost aveva dato in maniera sovente e puntuale, venne meno.

Furono prese scelte discutibili e scritte sceneggiature non proprio lineare con il percorso dei protagonisti fino a quel momento.. molto venne perdonato dai fan storici (tra cui io!) ma da quel momento, Lost non venne definito come quel capolavoro che era, ma come un prodotto ottimo ed eccellente, ma che aveva visto tempi migliori.

Come scritto, ciò non diminuì o scalfì la sua influenza nella cultura di massa di quegli anni, arrivando poi (e parlo dell’episodio finale) a spingere gli emittenti televisivi a mandare in onda la puntata in più di venti paesi contemporaneamente. Fu un fenomeno di costume e di cultura assolutamente strabiliante, ed a questo contribuirono anche le colonne sonore di Michael Giacchino.

E considerando i 14 protagonisti iniziali, e che per ognuno il compositore ha creato una specifica colonna sonora.. insomma, è chiaro e palese che il lavoro intorno alla serie, comprensibili difetti a parte, è stato meticoloso e certosino. Lost è una serie che, insieme agli altri sopravvissuti dell’incidente aereo, ti coinvolge sull’Isola.

E per la prima volta, la riconosco quasi come entità a parte. Come se fosse IL personaggio principale.. e infatti, come sono soliti dire diversi personaggi, da quando la conoscerai, lei, non finirà mai con te. Nemmeno a visione terminata nella serie, ti richiamerà a se con ulteriori visioni della stessa.. facendoti ancora e ancora e ancora precipitare su essa, come se fosse la prima volta.

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