Il vizio di famiglia (1975) è un film importante, interpretato da Renzo Montagnani, Gigi Ballista e Roberto Cenci nei principali ruoli maschili e le stupende Edwige Fenech, Juliette Mayniel, Susan Scott (Nieves Navarro) e Orchidea De Santis in quelli femminili. Caratteristi di lusso sono Enzo Andronico, Anna Melita e Gastone Pescucci. Soggetto e sceneggiatura di Cesare Frugoni, Marino Onorati e Gianfranco Couyoumdjian. Marco Giusti afferma che la commedia è ambientata nella provincia veneta, in realtà potremmo essere ovunque, pure se alcuni personaggi parlano in dialetto veneto, tra questi Orchidea De Santis (doppiata da Vittoria Febbi).
Tatti Sanguineti rincara la dose degli errori, perché in sede di video commento su Cine 34, in data 4 dicembre 2020, afferma che Montagnani esce dal carcere romano di Regina Coeli. In realtà il film comincia sui fossi di Livorno, dove la Fortezza Medicea è stata riadattata a carcere, ed è qui che vediamo Renzo Montagnani (Giacomo) uscire di galera. Altre location verificate sono Villa Belvedere a Crespina (dove si svolge gran parte della storia), viale degli Avvalorati e via Fortezza Nuova a Livorno, la Pieve di Santa Maria e di San Giovanni Battista, in Piazza della Chiesa a Vicopisano. Alcune sequenze al mare sono state girate nella zona di Castiglioncello, molto cara al cinema italiano.
Tutto il film è ambientato in provincia di Pisa, nelle campagne tra Pontedera e Ponsacco – piena Val d’Era -, pure se l’azione si svolge in tempi e luoghi indefiniti. Tutti gli interni, invece, sono girati nei Teatri di Posa De Paolis. Orchidea De Santis, che di professione fa la mignotta ed è la compagna di Montagnani, se ne sta fuori ad aspettarlo, ma la bella vedova Magda (Juliette Mayniel) glielo porta via per affidargli un lavoro delicato. Magda è la sorella del conte Giosuè Buzzacaroni (Gigi Ballista) e vuole ereditare la sua fortuna per sé e per il figlio Marco (Roberto Cenci).
Renzo Montagnani deve fingersi gay e andare a letto con Ines (Susan Scott alias Nieves Navarro), la bella e giovane moglie del conte, per convincere il marito a diseredarla. Tra l’altro Ines da giovane faceva la mignotta ed è stata una vecchia fiamma di Giacomo, per lui non è difficile finirci a letto dopo aver somministrato un sonnifero al marito. Le sequenze erotiche con protagonisti Montagnani e la Navarro sono molto piccanti, pure se la comicità mitiga l’erotismo e non lo rende mai morboso. Da citare nella prima parte anche una sequenza comico – erotica tra Montagnani e la De Santis che fanno l’amore per strada sopra i sacchetti dell’immondizia.
Tutta la famiglia è alla caccia dell’eredità e ogni componente del gruppo alimenta voci maliziose sugli altri per ingraziarsi il vecchio conte in fin di vita. La sorella (Mayniel) dopo aver reso pubblica la poca moralità della cognata (Scott), s’inventa pure il rapimento del figlio (Cenci). A un certo punto entra in gioco Edwige Fenech, la disinibita figliastra Susy, che racconta per filo e per segno la storia della madre sedotta e abbandonata dal conte vent’anni prima. La Fenech per dimostrare che è davvero figlia del conte mostra il neo sulla chiappa sinistra tipico di tutti gli eredi.
Forse è questo neo il vizio di famiglia cui allude il titolo, pure se un vizio potrebbe essere quello di finire nei letti altrui e anche quello di cercare di fregare il vecchio conte. La Fenech giunge alla villa a bordo di una moto, vestita con una tuta verde sportiva, short che mettono in mostra le lunghe gambe, capelli ricci e neri abbastanza corti. Una versione sbarazzina e giovanile della bella attrice che recita bene la parte della figlia disposta a tutto pur di avere i soldi del conte.
La Fenech fotografa Montagnani e la Scott che si danno da fare sul letto matrimoniale, quindi sbugiarda il finto cameriere gay quando lo scopre attivo sessualmente. L’ingresso in scena della Fenech comporta una generosa esposizione di tette in giardino con la bella attrice in slip rosso che stuzzica la vera sessualità di Montagnani. Roberto Cenci fotografa la Fenech in tutte le pose, lei finge di dormire e lo asseconda, ma sul più bello lo manda in bianco.
Tra la Fenech e Cenci va citata la sequenza della vasca con lei che finisce dentro vestita e il ragazzo che tenta di palparla a più non posso. La Fenech si libera ed esce fuori tutta bagnata. Cenci: “Ma mi lasci così?”. Fenech: “Bisogna essere autosufficienti nella vita”. Cenci: “Più di così?”. La battuta ironizza sui giovani spettatori di questo genere di film e Cenci fa la solita parte del ragazzino che va in bianco. Non era difficile per i quindicenni di allora identificarsi con il suo personaggio. Ve lo dico per esperienza. Citiamo a memoria una sequenza che oggi tutti farebbero a gara nel definire omofoba mentre è soltanto divertente.
Fenech: “Dopo morti dove vanno i finocchi?”. Il prete (Pescucci): “All’inferno!”. Fenech (guardando maliziosa Montagnani): “E i finti finocchi?”. Pescucci: “All’inferno!”. Montagnani: “Si vede che i finocchi piacciono al gratin! Li mandano tutti all’inferno …”. A proposito di Montagnani va ricordata la parte erotica in mare con la Fenech a seno nudo che si toglie pure gli slip, il finto gay non ce la fa più, si scopre eterosessuale alla grande e le bacia il seno a più non posso. “Sono un pederasta lesbico, una nuova categoria!”, si giustifica. Memorabile anche l’apnea di Montagnani e la Fenech che si dimena mentre lui lavora le parti basse. Non si vede niente ma la scena è piccante.
La Fenech sapeva tutto, aveva visto il cameriere a letto con la Navarro e adesso cerca di portare Montagnani dalla sua parte. L’intreccio si complica quando arriva alla villa Marisa (Orchidea De Santis), la donna di Montagnani assunta come cameriera. Il conte prova subito grande simpatia per lei ed è memorabile la scena a imitazione di Malizia (1973) con la De Santis sopra una scala e Ballista che le scopre il sedere con l’aiuto del bastone. Tra l’altro la De Santis completa la parte piccante quando dice che sta spolverando gli uccelli (sulla parte alta della parete ci sono dei quadri che ritraggono uccelli).
Il primo piano delle cosce e del sedere della bella attrice resta impresso nell’immaginario del giovane spettatore. Un’altra sequenza molto sexy mostra la De Santis e Ballista sul letto mentre la bella attrice che si fa accarezzare dal vecchio conte. La Fenech scopre il finto rapimento di Roberto Cenci e lo sputtana, ma deve subire anche lei il ricatto della cameriera Noemi (Anna Melita) che è lesbica. Di conseguenza la Fenech finisce a letto con la Melita dopo che si è fatta toccare il seno a bordo della moto, anche se non si vede niente, la scena è appena accennata. Il finale è una girandola di accuse reciproche con tutti i componenti della famiglia hanno qualcosa di immorale da nascondere.
Il conte modifica il testamento e durante una cena delle beffe sputtana tutti pubblicamente: Magda e il finto rapimento, Ines sposata perché era una troia, Montagnani che fa bene la parte del frocio e via dicendo. Tutti ridono. Il conte muore ubriaco e contento. Il giorno dopo ridono solo la De Santis e Montagnani perché il conte ha lasciato tutta la sua fortuna alla bella cameriera. L’ispirazione a Malizia è evidente, anche per il finale rocambolesco con l’ultima arrivata che s’impossessa dell’eredità per aver risvegliato i sensi del vecchio riccone.
Marco Giusti sostiene che il film è molto spinto rispetto agli altri prodotti. Secondo noi non è vero, il film è abbastanza piccante ma l’erotismo è stemperato da una comicità totale che non lo rende mai morboso. Laurenti dispone di un cast femminile eccezionale, con quattro attrici straordinarie, peccato che la storia in parte si limiti a ripetere vecchi cliché di Malizia. Da un punto di vista erotico chi si spoglia di più è la spagnola Navarro, la De Santis è castigata ma molto sexy, l’affascinante Mayniel (madre di Alessandro Gassman) sembra quasi sprecata.
La Fenech mostra poco ed è la vittima prediletta del voyeurismo di Roberto Cenci, vero esperto nel ruolo (L’amica di mia madre, Innocenza e turbamento, Ecco lingua d’argento …). Roberto Cenci fotografa la Fenech mentre prende il sole nuda sulla sdraio ed è una sequenza molto conturbante. In ogni caso la cosa che si apprezza di più è l’intreccio comico, che sembra un po’ caotico nel suo meccanismo da pochade alla Feydeau, ma alla lunga cattura lo spettatore.
Tra le righe si può leggere una critica antiborghese appena accennata, se vogliamo ci sono anche i rapimenti (pure se il nostro è da burletta) che all’epoca erano tristemente in primo piano. I personaggi sono tutti ben caratterizzati. Gigi Ballista è bravo come conte litigioso ed erotomane; Montagnani interpreta benissimo la parte del finto gay (si ripeterà in Dove vai se il vizietto non ce l’hai?) ed è anche un focoso amante latino; Gastone Pescucci è un prete irreprensibile e le protagoniste femminili sono tutte all’altezza.
Renzo Montagnani è il vero mattatore. Bravissimo come finto omosessuale che recita battute tra il volgare e il surreale: “Ma questi sono il Bordone e il Falzarego. Io mi faccio il Giro d’Italia”, dice davanti alle tette della Scott. La Fenech invece lo definisce “Il Maiorca della scopata” perché riesce a farlo pure sott’acqua (non sotto la doccia, come scrive Marco Giusti su Stracult). Il film è interessante anche perché contiene (appena accennata) una delle poche scena lesbo girate dalla Fenech in carriera. Rivisto per l’ennesima volta su Cine 34, senza le pruderie adolescenziali e gli intellettualismi fuori, resta un film di una comicità straordinaria, come non se ne girano più. Tatti Sanguineti con il suo ridicolo commento critico è la sola cosa stonata della serata.
Regia: Mariano Laurenti. Soggetto e Sceneggiatura: Marino Onorati, Cesare Frugoni, Gianfranco Couyoumdjian. Fotografia: Federico Zanni. Montaggio: Alberto Moriani. Musiche: Gianni Ferrio. Casa di Produzione: Flora. Distribuzione: Flora. Genere: Commedia Sexy. Durata: 92’. Interpreti: Renzo Montagnani (Giacomo), Edwige Fenech (Suzie) – doppiata da Micaela Esdra, Juliette Mayniel (Magda) – doppiata da Rosetta Calavetta, Gigi Balista (conte Giosuè), Nieves Navarro (Susan Scott) (Ines) – doppiata da Anna Miserocchi, Anna Melita (Noemi) – doppiata da Germana Dominici, Enzo Andronico (Felice), Gastone Pescucci (prete), Orchidea De Santis (Marisa) – doppiata da Vittoria Febbi, Roberto Cenci (Marco) – doppiato da Sandro Acerbo