Oggi si festeggia la memoria di santa Lucia, una giovane siracusana martirizzata durante la grande persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano. Lo stesso Dante Alighieri si dichiara un suo fedele:
Donna è gentil nel ciel che si compiange di questo ’mpedimento ov’io ti mando, sì che duro giudicio là sù frange. Questa chiese Lucia in suo dimando e disse: – Or ha bisogno il tuo fedele di te, e io a te lo raccomando
Dante è un suo devoto, probabilmente per il fatto che il poeta avrebbe avuto una grave malattia agli occhi come si può leggere nel Convivio (Conv.III, IX, 15-16). La figura di Lucia compare altre nelle altre cantiche, ad esempio, nel Purgatorio (IX, v. 52) ed infine nel Paradiso (XXXII, 133-138):
Di contr’a Pietro vedi sedere Anna,
tanto contenta di mirar sua figlia,
che non move occhio per cantare osanna;
e contro al maggior padre di famiglia
siede Lucia, che mosse la tua donna,
quando chinavi, a rovinar, le ciglia.
Nella città di Siracusa si conserva Il seppellimento di santa Lucia, un meraviglioso dipinto di Michelangelo Merisi, detto, dal presunto luogo di nascita, il Caravaggio. Secondo lo storico e critico d’arte Roberto Longhi è il più antico dei dipinti caravaggeschi realizzati in Sicilia. La scena sembra ambientata all’ingresso delle latomie.
Lo scrittore Vincenzo Consolo (1933-2012) in una delle sue più belle produzioni L’olivo e l’olivastro torna ad attraversare la Sicilia, la sua Sicilia. L’olivo e l’olivastro è il romanzo in cui il tema del viaggio costituisce la sua essenza. Posando lo sguardo su Siracusa, memore delle pietre, delle latomie, del calore e colore di quella terra, scrive:
«Ora è il tempo in cui il cereo corpo di Lucia si decompone, negli ipogei della morte, negli avelli, nelle catacombe dei liquami si espande, la lama della spada che incise il collo bianco s’è mutata nel bacillo della peste che cova e germina nelle volute, nei ghirigori del barocco, la pittura del Caravaggio nel teatrino dello Zummo, il taglio della luce, la metafora, la profezia della tragedia nella cera colorata, nei simboli, nell’orrore del dettaglio, terrore quaresimale, libidine del reale, nell’ossessione del cadavere».