Bestialità è il film che lancia Eleonora Fani (Cristofani) nel mondo del cinema erotico, attrice dal fascino adolescenziale e perverso, maliziosa incarnazione della minorenne che adesca l’uomo maturo, personificazione della lolita trasgressiva e conturbante. Bestialità è una pellicola controversa e maledetta che assurge al livello di stracult per molte leggende costruite intorno alla pellicola. La trama si racconta in poche parole. La piccola Janine (Fani) è in vacanza in un’isola del Mediterraneo, ma subisce un grave trauma psicologico quando vede la madre (Stoppi) accoppiarsi con un cane. Lei è affacciata alla finestra durante l’amplesso, vede il padre dare fuoco alla casa, uccidere l’animale e portare via la moglie. Passa il tempo, Janine fugge da un ospedale dove la curano per gli attacchi epilettici e per una grave forma di sifilide, si rifugia nell’isola della sua infanzia insieme al dobermann Satana, viene protetta da un pastore (Salerno) e incontra una coppia in crisi (Maynel e March). La presenza della ragazzina all’interno della coppia rivitalizza il rapporto, prima materno e subito dopo erotico, perché sia il marito che la moglie approfittano di lei impostando una relazione perversa. Il finale è punitivo per tutti. Janine viene sbranata dal cane Satana mentre fa l’amore con la bestia sul mare. Il pastore vendica la ragazzina uccidendo il cane a bastonate in un trionfo di splatter non molto gradito agli animalisti. La coppia perversa come punizione moralistica contrae la sifilide, la moglie – che era rimasta incinta – rischia di generare un figlio anormale oppure di non poterne più avere.
Bestalità è un film che va storicizzato agli anni Settanta, risulta incomprensibile se visto oggi senza un minimo di preparazione. Molto verboso, lento, pieno di immagini inutili e di insistenze retoriche, conserva comunque un fascino malsano. Il rapporto tra il cane e Franca Stoppi nello sconvolgente prologo e l’accoppiamento tra Eleonora Fani e la bestia nel tragico finale sono due momenti di cinema adesso impensabile. Rasenta l’assurdo anche l’insana passione che l’uomo maturo mostra per la minorenne e le scene esplicite di carezze perverse e di rapporti erotici tra la coppia e la ragazzina. Il film è intriso di cultura psichedelica e pop degli anni Settanta con strani personaggi che filosofeggiano sul senso della vita e pronunciano balorde considerazioni. Luigi Montefiori scrive una storia malsana e claustrofobica, erotica e al tempo stesso psicologica, che per anni abbiamo creduto diretta da Giuliana Gamba (allieva di Aristide Massaccesi, in arte Joe D’Amato). In realtà la Gamba è soltanto aiuto regista e ha girato qualche sequenza in prima persona, ma Peter Skerl non è uno pseudonimo, il regista è un allievo di Ingmar Bergman (non ha imparato molto), un apolide italo – jugoslavo che non ha più lavorato in Italia. In compenso ha girato una sorta di sequel intitolato Zoorastia che è rimasto incompleto. Nel film è accreditato come regista insieme al montatore Vincenzo Mattei, per motivi di coproduzione.
Eleonora Fani non è minorenne, come molti pensano, ha già interpretato diversi ruoli minori dal 1973 e sarà la protagonista del perverso Nenè (1977) di Salvatore Samperi. Un fisico innocente e conturbante, ma anche l’ingenua l’espressione del volto e i capelli resi crespi dalla salsedine la rendono adatta per un ruolo adolescenziale. Da citare la presenza della futura porno star Ilona Staller che pronuncia poche parole ma si mostra completamente nuda in almeno un paio di occasioni. In quanto a nudo Eleonora Fani non è da meno e Juliette Meyniel è incontenibile negli amplessi con il marito e con la ragazzina. Philippe March non è un grande attore, la sua espressione non cambia mai e pare sempre sconvolto. Enrico Maria Salerno è bravo ma poco utilizzato in un ruolo secondario.
Delirium definisce il film “un softcore semiaddormentato che aspira a essere un film d’arte”. Per Marco Giusti è “un notevolissimo, anche se un po’ laccato, porno con bestie”. Per Paolo Mereghetti si tratta di “un pessimo erotico – soft di qualche ambizione, pieno di epidermidi nude e di dialoghi mistico – deliranti”. Condividiamo che “ricerca situazioni estreme e scabrose per ricondurre tutto a un finale moralista e punitivo”. Resta un film da vedere e da riscoprire, se non altro come documento storico di un periodo in cui si faceva cinema estremo, politicamente scorretto.
Regia: Peter Skerl e Virgilio Mattei. Soggetto e Sceneggiatura: Peter Skerl, Luigi Montefiori e Giuliana Gamba. Fotografia: Giuseppe Berardini. Musiche: Lallo Gori. Montaggio: Virgilio Mattei. Scenografie e Costumi: Massimo Lentini. Aiuto regista: Giuliana Gamba. Interpreti: Philippe March (Paul), Juliette Meyniel (Yvette), Eleonora Fani (Janine), Enrico Maria Salerno (Ugo, il pescatore), Franca Stoppi (madre di Janine), Ennio Balbo, Paul Muller, Ilona Staller, Katarina Williams, Maria Tedeschi, Ruggero Rosi, Marisa Valenti, Cinzia Romanazzi, Piero Mazzinghi, Lorenzo Fineschi, Rodolfo Lodi, Daniela Petruzzi e il cane Satana.