L’8 gennaio di cento anni fa nasceva a Racalmuto, in provincia di Agrigento, Leonardo Sciascia. Una grande figura di uomo, di scrittore che nelle sue opere (romanzi, racconti-inchiesta, «inquisizioni», saggi letterari, storici, d’arte ec…) ci offre una sapiente, illuministica, rigorosa immagine della società del dopoguerra.
Leonardo Sciascia, per usare un’espressione francese è un «maitre à penser», ovvero un fine intellettuale che dalla mera cronaca dei suoi giorni trae argomenti atti ad ammaestrare e ad ammonire.
Con la sua letteratura, con la sua produzione (Le parrocchie di Regalpetra,1956; Gli zii di Sicilia [tre racconti nell’edizione del 1958, quattro in quella del 1961]; Il giorno della civetta, 1961; Il Consiglio d’Egitto, 1963; A ciascuno il suo, 1966; Morte dell’inquisitore, 1967; Il contesto, 1971; Todo modo, 1974; Candido ovvero Un sogno fatto in Sicilia, 1977; Atti relativi alla morte di Raymond Roussel, 1971; La scomparsa di Majorana, 1975; I pugnalatori, 1976; La strega e il capitano, 1986), 1912+1, 1986; Porte aperte, 1987; Il cavaliere e la morte, 1988; Una storia semplice, 1989) ci consegna una letteratura come «patrimonio di memoria» attraverso cui diventare uomini atti all’esercizio rigoroso della verità.
La letteratura è per Leonardo Sciascia un messaggio soprattutto etico, un esercizio di stile, un’inchiesta dalla quale scaturisce una razionale resistenza civile. In quest’indagine antropologica Sciascia è una figura di primo piano nella e della nostra letteratura e della nostra vita sociale e politica. Una figura di primo piano nella ricerca della verità mossa da un dovere civile ed intellettuale incastonato nelle pieghe del suo spirito illuministico ma soprattutto nello spazio e nel volume delle sue pagine, preziose memorie delle sue «storie». La vita e le opere di Leonardo Sciascia sono una lezione di civiltà (cfr. https://www.ilsaltodellaquaglia.com/2020/11/20/la-lezione-per-il-nostro-presente-la-vita-e-la-cultura-di-leonardo-sciascia/). Leonardo Sciascia «ha cercato di raccontare qualcosa della vita di un paese che ama e spera di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione»