Possiamo dire che il cinema cubano nasce nel 1959 e che la creazione dell’ICAIC significa lo sviluppo della negazione di tutto il cinema commerciale pre-rivoluzionario.
Il compito teorico dell’ICAIC dovrebbe essere quello di creare una base tecnica e organizzativa, ma anche di comporre un’atmosfera culturale propizia alla nascita e allo sviluppo dei creatori e delle loro realizzazioni. Le prime opere importanti prendono forma come documentari istruttivi, cinegiornali informativi, cartoni animati didattici, ma con il tempo sono arrivate le prime fiction. Il Noticiero ICAIC Latinoamericano nasce con l’ambizione di essere un vero cinegiornale capace di fornire al popolo un’informazione vera ed efficace ai fini della rivoluzione. Non è stato così, purtroppo. Al di là delle buone qualità tecniche e delle condivisibili finalità didattiche nel corso di questi cinquant’anni è facile rendersi conto di come l’informazione sia stata manipolata e usata in funzione di consolidamento del potere.
Pochi mesi dopo la creazione dell’industria del cinema cubano compare il cinema didattico che serve a formare i quadri tecnici rivoluzionari e i futuri cineasti. Ricordiamo il regista Manuel Octavio Gómez che realizza un documentario sul valore dell’acqua in agricoltura, capace al tempo stesso di fornire al popolo una coscienza idraulica e di far apprende al suo autore una tecnica cinematografica. Sono tempi pioneristici, ma i registi cubani imparano in fretta e lo stesso Octavio in seguito realizzerà lavori compiuti come La primera carga al machete.
Nel 1960 viene creato all’interno dell’ICAIC il dipartimento dei film didattici, importante per fini educativi e scolastici. Il documentario didattico si libera del passato, non realizza solo una minuziosa descrizione di un processo particolare ma tratta una problematica più ampia che deve incentivare l’immaginazione e sviluppare l’intelletto dello spettatore. Si ricorre a elementi di fiction, pure a cartoni animati educativi, per realizzare lo scopo didattico.
La funzione educativa del cinema nazionale è preminente, perché si vuole uscire dall’ottica di un cinema coloniale ed educare il pubblico al bello e alla conoscenza. La rivoluzione cubana non è interessata all’omogeneizzazione della cultura consumistica e ai modelli di educazione borghesi. A questo scopo diventano importanti i cinema mobili armati di proiettori a 16 mm e camion per eliminare le differenze tra città e campagna, dove molte persone non avevano mai visto un film prima della rivoluzione. La Cineteca di Cuba, creata nel 1960, con la sua sala in cui ogni giorno si proiettano film, ha esteso la sua attività alle capitali di provincia e produce programmi televisivi. La rivista Cine Cubano e l’ICAIC svolgono altri compiti didattici, fornendo agli spettatori gli strumenti per un’analisi critica del cinema.