Negli anni Novanta assistiamo a una sorta di rinascita del cinema cubano e una nuova attenzione che dei media internazionali per quel che proviene dall’isola caraibica. Il merito è di Fragola e cioccolato (Fresa y chocolate), una commedia del 1993 che affronta il tema spinoso dell’omosessualità in una società machista, ma anche quello della dissidenza dal solco rivoluzionario. Il film è diretto da Tomás Gutiérrez Alea – il popolare Titón, padre storico del cinema rivoluzionario – e da un quarantenne emergente come Juan Carlos Tabio. Non è facile per Cuba rilanciare un cinema nazionale, in una situazione di economia disastrata e con la crescente difficoltà a far ragionare gli intellettuali come il regime vorrebbe. In ogni caso da Fragola e cioccolato in poi il cinema cubano si risveglia e – pur con produzioni girate in economia – assume il compito di fare da coscienza critica del regime. Ricordiamo Guantanamera (1995), l’ultimo lavoro della copia Alea – Tabio, ma anche il non meno poetico Lista d’attesa (2000) e moti lavori recenti che non hanno avuto distribuzione italiana.
Molte produzioni internazionali che hanno scelto Cuba come set e tra le tante vogliamo ricordare Cuba libre – Velocipedi ai tropici (1996) di David Riondino, interpretato da diversi attori cubani e da Sabina Guzzanti, che pare un film cubano per la cura con cui è realizzato, attualizzando Ladri di biciclette in una situazione tropicale di penuria di carburante. A Cuba vengono girati anche il modesto Ilona arriva con la pioggia (1996) del colombiano Sergio Cabrera e il non fondamentale Havana (1990) di Sidney Pollack, che ricostruisce i giorni della rivoluzione vittoriosa.
Il cinema cubano contemporaneo è figlio di Gutierrez Alea, Glauber Rocha e Solanas. Gli autori di oggi si chiamano Juan Carlos Tabío, Orlando Rojas, Fernando Pérez e Rolando Díaz, la cosiddetta generacion de los Ochenta. Raccontano la società cubana usando la commedia, l’humour nero, il realismo meraviglioso, non sempre colgono nel segno, ma spesso consegnano opere compiute di grande valore artistico. Un autore importante di questa generazione è Humberto Solás che viene spesso definito un Visconti in miniatura.
Cuba è ancora punto di riferimento e capitale continentale del nuovo cinema, dagli anni Settanta è sede di un Festival internazionale del nuovo cinema latinoamericano, dove si danno appuntamento le migliori energie del continente. Nella seconda metà degli anni Ottanta è stata costituita una Fondazione del nuovo cinema latinoamericano presieduta da Gabriel Garcia Marquez. È nata anche una Scuola internazionale di cinema tv e video (detta dei tre mondi), diretta inizialmente da Fernando Birri. Imprese molto ambiziose e propagandate come fiori all’occhiello di un investimento culturale da parte del regime. A nostro avviso la maggiore importanza delle opere cinematografiche cubane sta proprio nel non essere del tutto allineate, ma nel loro porsi in maniera anticonformista come coscienza critica del regime.