Il 15 febbraio 1927 nasce a Torino Carlo Maria Martini. Nel suo straordinario libro-intervista con il gesuita austriaco Georg Sporschill, Conversazioni notturne a Gerusalemme (Mondadori 2008) scrive: «I miei genitori mi hanno donato la fede in Dio, mia madre mi ha insegnato a pregare».
Carlo M. Martini a soli 17 anni entra nella Compagnia di Gesù. Il 13 luglio 1952 viene ordinato presbitero; nel 1980 viene consacrato vescovo da papa Giovanni Paolo II e tre anni più tardi cardinale.
Uomo di profonda cultura, che non era soltanto erudizione ma una straordinaria capacità di riflettere su tutte le più intime istanze dell’uomo e di suscitare domande originali. Massimo Cacciari in una intervista del 14 marzo 2016 lo ricorda come un uomo «che aveva una fisionomia intellettuale altissima».
Dopo gli studi in filosofia e teologia, nella quale si laureò nel 1958, per alcuni anni insegnò nella Facoltà teologica di Chieri (Torino). Consegue il dottorato in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico, dove all’inizio degli anni Sessanta gli viene assegnata la cattedra di Critica testuale, un insegnamento che mantiene fino al 1978. In quest’anno è nominato Rettore della Pontificia Università Gregoriana. Un uomo assetato della Parola, uno studioso autorevole e saggio. Fu l’unico membro cattolico del Comitato ecumenico che ha preparato l’edizione greca del Nuovo Testamento: la cosiddetta Nestle-Aland ovvero la più nota e diffusa edizione critica del Nuovo Testamento edita a Stoccarda dalla Deutsche Bibelgesellschaft.
Il cardinale Carlo Maria Martini non è stato solo un grande critico testuale, un grande intellettuale ma anche un pastore, un maestro, un saggio. Ha guidato la diocesi di Milano dal 1980 al 2002: un ventennio complicato attraversato e segnato dagli «anni di piombo» e dalla rivoluzione di «Mani Pulite». Nella Chiesa di Milano introduce la «Scuola della Parola». La sera del 17 novembre 1987 Martini fa una «proposta insolita e un po’ provocatoria» (sono sue queste parole pronunciate durante la serata inaugurale): si trattava di un’«esercitazione dello spirito», di un seminario, di una ricerca volta alla scoperta dell’Uomo, un viaggio attorno alle ragioni del credere o del non credere. La Cattedra dei non credenti è stata una singolare esperienza dialogica tessuta, intessuta, legata da questa celeberrima frase del cardinale Martini: «ciascuno di noi ha dentro di sé un non-credente e un credente che ci parlano dentro, che si interrogano a vicenda». Parole significative, nuove e straordinarie pronunciate durante il primo incontro. Un’iniziativa, una serie di incontri a tema prolungatasi fino all’anno 2002 con uomini e donne «assetati d’Assoluto» come Massimo Cacciari, Salvatore Natoli, Pierangelo Sequeri, Ermanno Olmi, Liliana Cosi, Italo Alighiero Chiusano, Elena Loewenthal, Enzo Bianchi, Pietro Stefani, Renè Girard, Silvia Vegetti Finzi, Edoardo Boncinelli, Lalla Romano, Giulio Giorello, Bruno Forte, Gustavo Zagrebelsky ecc.
Il cardinale Martini fu davvero un uomo innamorato della parola umana e della Parola e dunque in quanto tale fu un uomo del dia-logo. La salma di Martini è tumulata nella navata sinistra, ai piedi dell’altare della Croce di San Carlo Borromeo, nel Duomo di Milano. Sulla sua tomba sono incise, per desiderio dello stesso Martini, le parole del salmo 118: «Lampada ai miei passi la tua parola, luce al mio cammino». Il ricordo, la memoria, l’intelligenza di questo grande uomo e testimone ci faccia scoprire e ri-scoprire la bellezza e l’importanza assoluta dell’unica prerogativa umana che abbiamo: la parola.