Papeles secundarios (Parti secondarie) è stata selezionata tra le cento migliori pellicole della storia del cinema latinoamericano secondo un’inchiesta realizzata dai critici che operano in tale area geografica. Papeles secundarios si ispira all’opera Réquiem por Yarini (1960) del drammaturgo cubano Carlos Felipe e racconta le vicissitudini di un gruppo teatrale che si prepara a mettere in scena una tragedia d’amore. Mirta, un’attrice frustrata, deve scegliere tra l’amore e il successo, ma il suo destino è manipolato dagli intrighi della vecchia direttrice del gruppo teatrale e dalla mancanza di scrupoli degli attori più giovani. La pellicola mette in scena una compenetrazione totale di realtà e fiction teatrale, realizzando una citazione continua del dramma Réquiem per Yarini, che la compagnia si appresta a portare in scena. Il film non ha una trama ben definita, ma si sviluppa durante le prove del lavoro teatrale e vede protagonista un regista di pochi scrupoli che deve scegliere gli attori più idonei a interpretare il dramma. Réquiem per Yarini è ambientato ai principi del secolo lungo le strade del Porto dell’Avana, tra gli antichi bordelli dove i protagonisti della storia – Yarini, la Jabá, la Santiaguera e Lotot – si contendono il regno del potere e dell’amore. Alberto Yarini è un protettore di prostitute – non sappiamo se sia una figura mitologica o realmente esistita – destinato a fare una brutta fine per una maledizione di Changó. La caduta del suo potere coinvolgerà una serie di prostitute legate al suo destino in un concatenarsi di eventi e di complesse relazioni umane. Il dramma di Carlos Felipe rivela letture interessanti per conoscere il processo culturale cubano, la notte avanera, le strade di ieri e di oggi, il rituale e la festa, gli sguardi perduti, le canzoni, i giochi, le finzioni, la seduzione, il potere e la morte. L’autore ha voluto impostare uno studio sulla passione e le sue maschere nel tempo e nello spazio. Il vero protagonista della storia restano i rapporti interpersonali che si realizzano tra uomini e donne, le relazioni difficili e tumultuose. Si tratta di una commedia sulla corruzione della Repubblica, un lavoro sulla seduzione e sull’amore che vuol mettere in evidenza un modo di fare politica e di avere successo tipico del vecchio mondo prima della Rivoluzione. Il film si ispira alla ricerca di Carlos Felipe e realizza uno sguardo intenso nel passato dei personaggi che sembrano avere destini simili alle maschere del dramma. Il successo internazionale della pellicola pare sproporzionato al suo effettivo valore, perché si tratta di un’opera dignitosa, girata quasi completamente in interni, molto teatrale, sorretta soprattutto dalla buona interpretazione dei protagonisti. La trama è spesso confusa e difficile da seguire, basata sui rapporti umani, sulle gelosie tra attori, sulla rivalità tra regista e produttore, su una serie di rapporti amorosi che si intrecciano durante le prove della commedia. Il regista realizza una buona ricostruzione dell’ambiente teatrale e delle gelosie tra attori, mette in evidenza i giovani rampanti che prendono il posto delle vecchie glorie, i registi che si concedono scappatelle con le attrici e la difficoltà di accettare il momento di farsi da parte. Il personaggio di Mirta è il più complesso, perché si tratta di un’attrice che non crede in se stessa, condizionata dalla sua mancanza di fiducia e dai ricordi di un triste passato, di una storia d’amore finita male. Mirta intreccia un rapporto con il regista, poi con un giovane attore che pare davvero innamorato, ma alla fine perde la parte principale alla quale teneva tanto. Il ruolo della Santiaguera verrà interpretata da Maria, attrice molto più giovane che crede nelle sue possibilità ed è la nuova favorita del regista. La cosa migliore del film è la fotografia dei pochi esterni, soprattutto dei tetti avaneri che ospitano alcune sequenze e di una vecchia spiaggia di periferia che evoca ricordi lontani alla protagonista. La parte più intensa da un punto di vista drammatico è un monologo teatrale di Mirta che rievoca il suo vecchio grande amore, un giovane poeta costretto ad abbandonare Cuba perché accusato di decadenza nei primi anni Settanta. Orlando Rojas sembra voler citare il caso Padilla e gli anni bui della Rivoluzione quando gli intellettuali dovevano scrivere solo opere con finalità rivoluzionarie. Il messaggio finale della pellicola ricalca le tematiche della tragedia greca: l’impossibilità dell’uomo di opporsi al suo destino. Mirta ha un destino segnato, non è tanto la scelta del regista quanto la paura di non farcela che la porta a non recitare il ruolo della Santiaguera. La compenetrazione di situazioni tra realtà e finzione è completa nel finale, quando il regista conclude con le immagini del palcoscenico che mostrano la morte di Yarini. Il giovane attore che amava Mirta abbandona il palcoscenico prima della fine degli applausi, si cambia ed esce tra la folla che commenta il dramma appena concluso. Papeles secundarios è un lavoro introspettivo che realizza un ottimo scavo psicologico dei personaggi, ma risente di eccesiva lunghezza e verbosità, oltre che di un montaggio poco serrato. Il pubblico latinoamericano ha apprezzato molto il lavoro di Orlando Rojas, ma a nostro giudizio il miglior film del regista resta Una novia para David.
Regia: Orlando Rojas Feliz. Durata: 103’. Produzione e Distribuzione: ICAIC (Cuba) e Televisión Española SA. Produttore: Jósé Ramón Pérez. Soggetto e Sceneggiatura: Osvaldo Sánchez. Fotografia: Raúl Pérez Ureta. Montaggio: Nelson Rodríguez. Musica: Mario Daly. Suono: Ricardo Istueta. Interpreti: Rosa Fornés, Juan Luis Galiardo, Luisa Pérez Nieto, Leonor Arocha. Premi: Selezionato tra i dieci migliori film dell’anno e Premio della Critica Nazionale – Premio della Stampa Cinematografica Cubana (1989); Premio Speciale, Miglior Fotografia e Miglior Scenografia, Festival UNEAC (1989); Secondo Premio e Miglior interpretazione maschile, Festival del Nuovo Cinema Latinoamericano (1989); Miglior Pellicola e Miglior Interpretazione Femminile, Festival Latino di New York (1990); Premio Speciale della Giuria, Festival del Cinema Latinoamericano di Trieste (1990);