Dopo i “furbetti” del cartellino ora ci sono anche quelli del vaccino anti-Covid

Articolo di C. Alessandro Mauceri

Dopo i “furbetti” del cartellino ora è la volta dei “furbetti” del vaccino ovvero persone che avrebbero saltato la fila per essere vaccinati nella categoria “altro”.

Un problema diverso da quello dei pochi miliardari o VIP o politicanti raccomandati: non ha sorpreso nessuno scoprire che molti di loro sono volati in paesi come gli Emirati Arabi Uniti per  farsi vaccinare contro il Covid-19 senza attendere il proprio turno nel proprio paese. Secondo un’inchiesta del Financial Times, alcuni magnati e politici (solo del Regno Unito?) avrebbero fatto ricorso a questo stratagemma per garantirsi l’immunità sin da subito. Il punto è che, anche negli Emirati Arabi Uniti solo i residenti dovrebbero avere diritto alla vaccinazione. Invece, stando al report del FT, pare che non sia difficile per alcuni “stranieri” non residenti ottenere il vaccino. Anzi, alcuni leader della finanza e della politica non hanno avuto difficoltà ad ammetterlo: “Non è mai stata nostra intenzione di farci vaccinare, ma quando si è presentata l’opportunità l’abbiamo colta con gratitudine” ha dichiarato Ben Goldsmith, consigliere del governo britannico e figlio del finanziere Jimmy Goldsmith, confermando che lui e la moglie hanno ricevuto il vaccino negli Emirati Arabi (mentre nel Regno Unito sono ancora lunghe le code, anche per le categorie a rischio). E c’è già chi parla di un vero e proprio “turismo vaccinale”.

I furbetti del vaccino di cui si parlava, però, sono una categoria a parte: persone comuni che, grazie ad una amicizia o ad un escamotage poco trasparente, hanno scavalcato la coda delle persone in attesa di essere vaccinati. Se a farlo fossero stati i soliti VIP la notizia non avrebbe destato scalpore. E nemmeno se a farlo fossero stati pochi soggetti politici (come alcuni sindaci finiti sulle prime pagine dei giornali proprio per essersi vaccinati fuori dalle liste). Il fatto è che, secondo le prime stime, i “furbetti” del vaccino anti-Covid, in Italia, sarebbero migliaia. Anzi milioni: secondo alcune stime, potrebbero essere più di 2 milioni i “furbetti” del vaccino. Per questo motivo, in molte province, le procure stanno analizzando carte e piani vaccinali per rilevare eventuali anomalie nel calendario delle somministrazioni. Anche il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, avrebbe richiesto gli elenchi dei nominativi dei vaccinati di alcune regioni (Sicilia, Calabria, Campania e Valle d’Aosta) il numero degli iscritti nella categoria “altro” appare sorprendentemente alto e ben al di sopra della media nazionale.

E mentre questi “furbetti” sono stati immunizzati, oltre 6 milioni gli italiani di età superiore ai 70 anni sono ancora in attesa di essere vaccinati (6.313.018, dei quali circa un milione e mezzo over 80 e 4,8 milioni over 70). Soggetti “a rischio” per i quali incappare nel virus potrebbe avere conseguenze pesanti se non addirittura letali: lo dimostra il fatto che nonostante le chiusure, il semi lockdown e le zone “colorate”, il numero giornalieri dei morti continua ad essere preoccupante. Morti dei quali ai “furbetti” del vaccino (e a chi glielo ha iniettato) non sembra importare nulla. Sì perché il problema non sono solo i “furbetti”, ma anche chi dovrebbe controllare che le persone della categoria “altro” non siano appunto “furbetti”, ma presentino una patologia che li rende soggetti a rischio.

Rischi che la vaccinazione, nonostante le innumerevoli polemiche mai cessate, potrebbe attenuare. Soggetti appartenenti alle categorie “prioritarie” da tempo individuate per la vaccinazione. Categorie per le quali è stata definita una scala gerarchica ben precisa che prendeva in considerazione in primis l’età e la presenza di patologie, e poi il personale docente e non docente, quello appartenente alle forze armate, il personale penitenziario e quello delle comunità residenziali. Inspiegabilmente, però, nonostante la vaccinazione degli anziani non era stata ancora completata si è deciso di allargare la lista delle priorità. Aprendo così la strada ad un numero enorme di “furbetti” del vaccino.

Il risultato è che oggi più di un vaccinato su cinque (due milioni 300mila su circa 12 milioni di dosi somministrate) potrebbe essere un “furbetto”, una persona che ha intenzionalmente privato un anziano o una persona a rischio di ricevere l’unica cosa in grado, forse, di ridurre il rischio di ammalarsi gravemente.

I VIP e i loro “viaggi del vaccino” non sorprendono nessuno: da sempre gli appartenenti a certe categorie si credono superiori (e si comportano di conseguenza) pensando che sia giustificata ogni loro azione. Anche casi sporadici di “furbetti” non avrebbero destato tanto clamore: sebbene da condannare e da biasimare, sarebbero rientrati nelle statistiche alle quali siamo ormai abituati.

Ma qui non si tratta né del primo né del secondo caso: a lasciare sgomenti è proprio il fatto che questi “furbetti” potrebbero essere 2,3 milioni, praticamente una persona su cinque tra quelle vaccinate. Un segno non di “furbizia” ma di egoismo profondo che si sta diffondendo a macchia d’olio e a tutti i livelli tra governi che chiudono le frontiere (ma non per i turisti), stock di mascherine, prima, e poi di vaccini bloccati alle frontiere, case farmaceutiche che, in barba agli accordi miliardari sottoscritti, violano i contratti e stornano le proprie spedizioni al miglior offerente e codice rosso per tutti meno che per i calciatori…

Forse il pericolo maggiore potrebbe derivare non tanto dalla pandemia legata al Covid-19 ma dall’egoismo dilagante. Una pandemia che, stando al numero dei “furbetti” del vaccino, in Italia potrebbe aver raggiunto un numero di casi preoccupante.

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