Marco Bellocchio dirige il suo film più compiuto e ispirato, consegnando un’opera matura e risolta, di ampio respiro, dopo alcune recenti prove a carattere più intimo e minimalista (Fai bei sogni e Sangue del mio sangue). Presentato a Cannes, Il traditore vince molti premi, ma avrebbe meritato un Oscar per il rigore della sceneggiatura, per le suggestive musiche di Nicola Piovani, per l’interpretazione di Favino, in una parola per essere al tempo stesso cinema puro e spaccato di storia italiana. Inutile raccontare la trama, universalmente nota, parte del nostro recente passato, basata sulla vita di Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi, collaboratore di giustizia e confidente di Falcone nella lotta al clan dei Corleonesi. Bellocchio racconta l’intera parabola della vita del mafioso, dai suoi primi omicidi subito dopo l’affiliazione, passando per la fuga in Brasile e il rientro in Italia con la decisione di collaborare, infine la copertura statunitense sotto altra identità e il processo Andreotti. Il personaggio di Tommaso Buscetta è scritto molto bene ed è interpretato in maniera magistrale da Pierfrancesco Favino, al punto che lo spettatore si affeziona a una sorta di mafioso che possiede un codice d’onore e che sembra credere ancora a certe regole del passato (non si uccidono donne e bambini, la droga non si tocca …). Favino recita in italiano, portoghese, siciliano, canta persino in spagnolo una suggestivo bolero cubano. Straordinaria prova di attore, forse la migliore della sua carriera, che auguriamo ancora lunga e foriera di successi, per il bene del cinema italiano. Eccellenti tutte le parti puramente cinematografiche, come le torture a Buscetta in Brasile, ma anche l’attentato a Falcone a Capaci (sembra una vera esplosione, lo spettatore sussulta, impaurito), per tacere delle spettacolari panoramiche di Rio de Janeiro, Palermo e Stati Uniti. Bravissimo Luigi Lo Cascio nei panni del boss Contorno che non sa parlare l’italiano e si esprime in un siciliano stretto, non impossibile per un attore di origine sicula. Tutto il cast è all’altezza della situazione e vengono scelti i volti giusti per interpretare i personaggi della storia. Decisamente azzeccata l’idea di girare in presa diretta, in siciliano e in portoghese, persino in inglese, quando la situazione lo richiede, aggiungendo i sottotitoli, per conferire realismo alle scene. Interessante il mix di sequenze tratte da filmati d’epoca che si alternano alla fiction, con un taglio da documentario. Ben fatta tutta la parte processuale, con dialoghi intensi e credibili, campi e controcampi gestiti da maestro. Regia perfetta. Un film che mi ero perso per colpa dell’epidemia di Covid, ma che ho recuperato nel cinema all’aperto di Venturina Terme, area Fiera Mostra, saggiamente dedicato al cinema d’autore. Marco Bellocchio, insieme ad Avati e Salvatores, resta uno dei nostri grandi registi capaci di affrontare problemi intimi e introspettivi come grandi storie biografiche. Imperdibile.
Regia: Marco Bellocchio. Soggetto: Marco Bellocchio. Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Ludovica Rampoldi, Valia Santella, Francesco Piccolo, Francesco La Licata. Fotografia: Vladan Radovic. Montaggio: Francesca Calvelli. Effetti Speciali: Danilo Bollettini, Rodolfo Migliari. Produttore: Beppe Caschetto. Produttore Esecutivo: Simone Gattoni. Musiche: Nicola Piovani. Scenografia. Andrea Castorina. Costumi: Daria Calvelli. Trucco: Lorenzo Tamburini. Paesi di Produzione: Italia, Francia, Brasile, Germania. Lingua: italiano, siciliano, portoghese, inglese (con sottotitoli). Case di Produzione: IBC Movie, Kavac Film, Rai Cinema. Durata: 148’. Genere: Biografico, Storico. Distribuzione: 01 Distribution. Interpreti: Pierfrancesco Favino (Tommaso Buscetta), Maria Fernada Candido (Maria Cristina), Fabrizio Ferracane (Pippo Calò), Fausto Russo Alesi (Giovanni Falcone), Luigi lo Cascio (Salvatore Contorno), Goffredo Maria Bruno (Stefano Bontate), Nicola Calì (Totò Riina), Giovanni Calcagno (Gaetano Badalamenti), Bebo Storti (avv. Franco Coppi), Gabriele Cicirello (Benedetto Buscetta), Paride Cicirello (Antonio Buscetta), Elia Schilton (giornalista), Alessio Praticò (Scarpuzzedda), Pier Giorgio Bellocchio (Cesare), Rosario Palazzolo (Gianni De Gennaro), Antonio Orlando (Michele), Fabrizio Romano (avvocato), Pippo Di marca (Giulio Andreotti), Marlina Marino (donna di Buscetta), Maria Amato (Melchiorra Buscetta).