Luci e ombre di Paola Senatore

Articolo di Gordiano Lupi

Paola Senatore è un’attrice interessante del cinema di genere che manifesta spiccata propensione per l’erotico per via della sua bellezza mediterranea e la notevole eleganza. Forse il cinema di genere italiano poteva sfruttarla meglio che non relegarla ai soliti cliché da donna abbondante e di facili costumi. A un certo punto della carriera la Senatore passa al porno perché costretta dal dramma della tossicodipendenza che vive sulla sua pelle. La sua discesa negli inferi ricalca passo dopo passo le vicissitudini di Lilli Carati ed è la stessa Paola Senatore che racconta la sua vita e la scelta dell’hard in due lunghe interviste rilasciate ad Antonio Padalino di Panorama (1).

“Ho fatto servizi fotografici e un unico film porno pensando che per avere quel figlio sarei stata due anni senza lavoro: mi bucavo e i soldi non bastavano mai. In più dopo il parto avrei dovuto fare la plastica al seno. Tante spese e non volevo che a mio figlio mancasse niente. Ecco perché ho fatto il porno: per soldi. È stato un episodio, ma non sono un’attrice porno”, si legge nell’intervista (2).

Paola Senatore comincia con le foto hard su Le Ore e Men, poi passa al porno e la sua vita artistica è molto simile a quella di Lilli Carati, visto che anche per lei la necessità di denaro fa i conti con la tossicodipendenza. Nel 1985 Paola Senatore sconta addirittura un anno di reclusione per detenzione e spaccio di stupefacenti.

La carriera di Paola Senatore comincia da Madelein, anatomia di un incubo di Roberto Mauri (1974) ma nel 1976 sembra orientarsi verso il cinema erotico d’autore. Infatti la Senatore entra a far parte del gineceo dell’importante Salon Kitty di Tinto Brass, pure se non recita da protagonista. Da Salon Kitty derivano tutti i nazi – erotici italiani, ma il film del regista veneziano è un’opera d’autore originale e non si può confondere con tanti prodotti di infimo livello. Brass non riconosce come sua la versione del film che circola per le sale, visto che viene rimontata dal produttore Giulio Sbarigia per evitare il sequestro. Il film scandalizza abbastanza pure così ma passa al vaglio della censura e circola con un divieto ai minori di anni diciotto. Un film folle e sensazionale per certe scene di rapporti con monchi, nani, depravati ed esseri mostruosi che sono il piatto forte della recitazione. L’efebica e perversa Thérèse Ann Savoy fa la parte del leone, ma Paola Senatore deve fare l’amore con un nano, in una scena molto forte che anticipa quella di Debora Caprioglio in Paprika (1990). Una commedia sexy molto spinta che vede protagonista Paola Senatore è Dove vai se il vizietto non ce l’hai di Marino Girolami (1979).Montagnani è travestito da maggiordomo omosessuale mentre Vitali fa la cuoca per scovare l’amante del ricco commendatore Carotenuto. Il film è divertente e nel cast femminile spicca una fantastica Paola Senatore che dà parecchi punti alle giovanissime Lory Del Santo e Sabrina Siani. La Senatore è molto nuda per tutto il resto del film e soprattutto espone il suo corpo con grande professionalità e bravura, si esibisce a lungo in pose sexy e in rapporti sessuali molto credibili.

Paola Senatore lavora pure con Joe D’Amato prima in Emanuelle in America (1976) e Il ginecologo della mutua (1977), regalandoci parti molto disinibite. Nel 1977, Emanuelle in America viene ritenuto “offensivo del comune senso del pudore e privo di valori artistici” dal Tribunale diAvellino, che condanna Paola Senatore a tre mesi di reclusione e quattrocentomila lire di multa, per fortuna con la sospensione condizionale. Immagini di un convento del solito Massaccesi è del 1979 e sono famose le scene lesbo tra lei e Marina Frajese. La storia è quella di Isabella (una stupenda Paola Senatore) costretta a farsi suora dai genitori. Lei è stata tolta a Don Ascanio, uno zio privo di scrupoli con cui aveva una relazione amorosa. Il convento però è indemoniato. Non si sa se la colpa è di Isabella, che ha portato il peccato tra quelle mura con atteggiamenti, masturbazioni e ricordi lussuriosi. Fatto sta che la statua del diavolo è in primo piano sin dalle prime sequenze. Le finestre si spalancano a causa di un vento infernale, uno spirito maligno possiede le suore e le spinge a masturbarsi selvaggiamente e a compiere eccessi di natura sessuale. Da qui lo spunto per gli accoppiamenti saffici tra Paola Senatore e Marina Frajese (suor Marta) e anche tra le altre suore, che per un soft-core sono molto audaci. C’è una scena incriminata nel film che è molto dura e sconfina nell’hard, tanto che nelle copie messe in circolazione sul mercato italiano è stata eliminata dalla censura. Marina Frajese, non ancora diva del porno, viene costretta a una ripetuta fellatio (che si vede in primo piano) e a una doppia penetrazione con tanto di membri in bella erezione.

Paola Senatore fa anche erotico puro con Bruno Gaburro e interpreta film di cassetta come Malombra (1983), versione sexy del romanzo di Fogazzaro, bissando il successo nel 1985 con Maladonna e infine nel 1986 con Penombra. Sono tre pellicole trasgressive di ambientazione ottocentesca che incontrano i gusti del pubblico, sia per le situazioni abbastanza spinte che per la trama letteraria che spesso è solo un pretesto per giungere alle scene di sesso. 

Fin qui la sua performance artistica che negli anni Ottanta si confonde a quella giudiziaria. Il 14 settembre 1985 Paola Senatore viene arrestata in piena notte e la sua immagine è data in pasto ai media come se le forze dell’ordine avessero preso un pericoloso assassino. La Senatore con le manette ai polsi è uno spettacolo indegno che il sostituto procuratore Alfredo Rossini ci poteva risparmiare. Una tossicodipendente bisognosa di cure e di assistenza per essere disintossicata viene sbattuta in prima pagina solo per appagare la curiosità del pubblico (3).

Paola Senatore nasce da una famiglia povera e sin da bambina non ha molta fortuna perché sua madre deve fuggire di casa per tenerla. Madre e figlia vivono in Calabria, dove al tempo una ragazza madre non è compresa. Paola studia dalle suore, lavora duro e sente molto la mancanza di un padre che comincia a cercare negli uomini. Ha diverse relazioni che la deludono e pare innamorarsi sempre delle persone sbagliate. Per completare la serie di incontri negativi quando ha 27 anni resta incinta di un uomo che la costringe ad abortire. Poi avviene l’incontro che la porta sulla via della droga ed è con un ragazzino di diciotto anni che si innamora di lei. Vivono insieme e all’inizio Paola cerca di farlo smettere, poi cade anche lei nella spirale perversa che va dalla prima sniffata al buco di eroina. Nel 1977, Paola incontra Paolo Campiglia, che lei stessa definisce “il mio amore tossico”, mentre gira Nenè con Salvatore Saperi (4). A 34 anni resta incinta e per suo figlio sogna un futuro senza privazioni, oltre a questo c’è il bisogno di droga che non le fa bastare mai i soldi. Paola Senatore ha già fatto erotico spinto con Joe D’Amato ed è con lui che ha avuto i primi guai con la giustizia. D’Amato la corteggia per farle interpretare qualche pellicola hard ma lei rifiuta, però nel solito periodo posa per foto porno assieme al suo uomo Paolo Campiglia e, se si va a vedere bene, in quelle foto ci sono anche altri uomini. Arriva anche il suo primo film hard: Non stop, sempre buio in sala, l’unico che la Senatore ammette di aver interpretato. In realtà esiste anche La sfida erotica che però è solo un film montato come operazione commerciale con scene di recupero dal primo film della Senatore e da alcune pellicole di Marina Frajese.

Paola Senatore afferma nella citata intervista a Panorama: “Io non mi sentivo coinvolta, niente emozioni, nessuna eccitazione, mi imbottivo di eroina. Quel partner era un amico, non lo amavo. Recitavo, in fondo era solo un gioco erotico…” (5). La Senatore interpreta un film porno con un fisico appesantito da dieci chili di troppo, le occhiaie profonde e scavate, le pupille dilatate. Uno spettacolo penoso di decadimento fisico e morale. A noi invece piace ricordarla mentre interpreta una scena che la vede divorata dai cannibali nel film cult Mangiati vivi! di Umberto Lenzi (1980). Erano i tempi d’oro del nostro cinema di genere e la sua bravura di attrice riusciva a rendere credibili persino simili sequenze.

Note

(1) Tutte le citazioni su paola Senatore sono tratte da due interviste di Antonio Padalino “Intervista a Paola Senatore” – da “Panorama” numeri 1055 del 6/7/1986 e 1082 del 11/11/1987

(2) Interviste citate

(3) Andrea Di Quarto e Michele Giordano – Articolo su paola Senatore tratto da: Moana e le altre – Vent’anni di cinema porno in Italia – Gremese – Roma, 1997

(4) Interviste citate

(5) Interviste citate

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