Un cortometraggio che non ti aspetti, intitolato Giovanni, prodotto dalla neonata società di produzione cinematografica ZuccherArte production, diretto da Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli, coordinatori della scuola di cinema per ragazzi ZuccherArte di Genova, partner del progetto. Un cortometraggio che presenta un piccolo colpo di scena finale, che non svelo, ma che racconta la vicenda di un bambino che gioca con un bambolotto, lo allatta come se fosse il suo piccolo, lo porta al parco, siede accanto a un signore che lo vorrebbe convincere come sia più consono per i maschietti amare calcio e motorismo, invece di passare il tempo con le bambole. La storia è ispirata a Giovanni Colucci, un bambino di 6 anni che mentre giocava con un bambolotto al parco, ha risposto a un rimprovero di un anziano, che lo spronava a giocare con i soldatini e non con le bambole, di essere un papà. La vicenda, descritta su un post della pagina Facebook Guida senza patente, ha avuto un enorme successo virale ed è stata pubblicata sui più importanti quotidiani italiani di informazione. Segnalo a titolo di pura informazione alcuni link sulla vicenda: https://www.today.it/rassegna/bambino-gioca-bambola-risposta-rimprovero.html https://www.greenme.it/vivere/speciale-bambini/bambino-gioca-bambole/
Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli, già fortunati registi con cortometraggi dedicati al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza (Rincoman, La Mosca, Balo) hanno deciso di contattare la mamma del bambino, che ha risposto positivamente alla loro richiesta di realizzare un cortometraggio. A vestire i panni di Giovanni è il piccolo Alberto Beniscelli, genovese di sette anni, mentre la parte del signore è affidata all’attore genovese Mauro Pirovano. Il film sta per essere distribuito presso i festival di cortometraggio italiani ed esteri e verrà messo a disposizione per associazioni ed enti che ne faranno richiesta. Ecco il link al trailer: https://www.youtube.com/watch?v=44KydepjWE0
Il corto dura circa 5’, realizzato con cura tecnica e buona fotografia, interpretato in maniera convincente dagli attori (bravissimo il bambino!), gode di buon ritmo e di tecnica di regia compiuta; colonna sonora ideale per creare tensione narrativa, i tempi dei dialoghi sono in sintonia con la storia, così come gli sguardi degli attori riescono a evocare nello spettatore la giusta partecipazione. Lo scopo dei registi è raggiunto: uomo e donna sono uguali, esiste l’istinto paterno, non solo quello materno, un bambino deve poter appassionarsi all’automobilismo, al calcio, ma anche essere libero di ricreare nel suo immaginario un futuro da padre interessato al proprio figlio.