Ieri la paura faceva novanta. Oggi rende no vax

Articolo di Antonino Schiera

Inizio questo mio articolo facendo una premessa. Non sono allineato tout court, ovvero senza i necessari approfondimenti, le analisi e gli studi, alle decisioni assunte dai governi per combattere il grave fenomeno pandemia legato al covid-19. Né tantomeno sono uno strenuo sostenitore del vaccino come soluzione unica e in tal senso mantengo un’attenta posizione critica, perché vengano prese le giuste decisioni e soprattutto si cauteli in primo luogo la salute di tutti.

I fatti e le cronache di ogni giorno, hanno dimostrato finora che la strada del vaccino e del mantenimento delle necessarie cautele e precauzioni è quella giusta. Favorire l’immunità di gregge, auspicata particolarmente dal governo britannico, senza la protezione del vaccino, ha dimostrato di essere una via molto pericolosa in quanto il rischio di lasciare per strada troppe vite umane è alto e ritengo sia giusto, nel duemilaventuno, tentare la strada del contrasto del coronavirus attraverso la somministrazioni dei vaccini.

Una delle obiezioni più gettonate dei no vax riguarda i tempi di realizzazione e di sperimentazione dei vaccini appositamente creati per contrastare il diffondersi del coronavirus. La scoperta della tecnica della vaccinazione come metodo per sconfiggere le malattie infettive impedendo il contagio dei soggetti sani, spetta a Edward Jenner, brillante medico e ricercatore inglese. Il quattordici maggio millesettecentonovantasei innestò nel braccio di un bambino di otto anni, una piccola quantità di materiale purulento prelevato dalle ferite di una donna malata di vaiuolo vaccino, che colpiva i bovini e, in forma cutanea lieve, anche gli allevatori. Il bambino non ebbe nessun disturbo e in seguito Jenner dimostrò che il piccolo era diventato immune alla forma umana del vaiolo. A questa pratica venne dato il nome di vaccinazione. Una tappa successiva di grande importanza per lo sviluppo dei vaccini si ebbe grazie al chimico francese Louis Pasteur, illustre ricercatore e studioso, che grazie alle sue scoperte e alla sua attività di ricerca è universalmente considerato il fondatore della moderna microbiologia (fonte web).

Ritengo che, grazie alle esperienze maturate e al progresso nel campo della ricerca medica, le case farmaceutiche abbiano oggi bisogno di meno tempo per produrre un nuovo vaccino e per sperimentarne l’efficacia. Ritengo che sia quanto sta succedendo nel campo del contrasto del coronavirus attraverso la somministrazione dei vari tipi di vaccini in commercio. Se l’industria legata ai viaggi aerei dovesse chiedere oggi la progettazione e la realizzazione di un nuovo modello di aereo, non credo che i tempi necessari possano essere paragonabili alle tempistiche dell’industria aeronautica ai suoi primordi. Qualcuno potrebbe obiettare che statisticamente un aereo, anche di nuova progettazione, è coinvolto in un incidente grave con morti e feriti, ma questo non rallenta lo sviluppo dell’industria degli aerei e nemmeno si blocca la costruzione e l’uso dell’automobile, in seguito a tutti gli incidenti mortali di cui si ha ogni giorno notizia.

I no vax e i free vax, quest’ultimi contrari all’obbligo della vaccinazione, sono alla continua ricerca di notizie che possano corroborare le loro tesi e se oggi non c’è un’evidenza grave di conseguenze nefaste ricadenti sui vaccinati, si paventano conseguenze future. Il dato certo è che il vaccino, secondo le fonti ufficiali, protegge dalle forme più gravi causate dal coronavirus.

Tante sono le leve motivazionali che spingono i detrattori del vaccino a protestare, divulgare notizie spesso esagerate e non veritiere. Una di queste, come specifico nel titolo, è la paura e mi auguro che la paura non divenga estremismo che possa portare ad azioni violente.

Foto:
salernonotizie.it

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