Salvatore (Merola) e Concetta (Di Benedetto) si amano ma non possono sposarsi perché non hanno le possibilità economiche e vivono nel concubinato che agli occhi degli altri li rende amanti illegali. Salvatore abita con l’anziana madre (Bianchi), si occupa della sorella (Gloriana) e della nipotina (Rinaldi), abbandonate dal marito, lavora al porto, ha la passione delle carte ed è un campione di scopa. Protegge Nino (D’Angelo), fratello della sua Concetta ed evita che finisca in galera per via di un suo legame con i contrabbandieri, intervenendo in piena azione e portandolo via dalla scena del crimine. Un giorno una zia d’America si offre di far operare a sue spese la madre cieca di Concetta, le due donne partono per New York, insieme a Nino, ma prima Concetta e Salvatore si sposano in gran segreto e si promettono – con un giuramento davanti al crocefisso del quartiere – fedeltà ed eterno amore. Salvatore non resiste alla lontananza, dopo un anno si reca a New York, dove incontra Raffaele (Cannavale), un buffo compaesano che si occupa di giochi per bambini e si traveste da Pulcinella, ma soprattutto ritrova Concetta sposata con un boss mafioso (Battaglia). La sceneggiata entra nel vivo del dramma con la resa dei conti tra l’uomo d’onore innamorato e il malamente della situazione, con teatro il ponte di Brooklyn e il fiume Hudson, dove in uno scontro a fuoco perde la vita non solo il boss ma anche Raffaele in abiti da Pulcinella. Concetta e Salvatore tornano a Napoli per coronare il loro sogno d’amore, mentre Nino – che li ha salvati uccidendo il mafioso – decide di restare a New York con l’anziana madre e la fidanzata. Nino ha trovato la sua strada come cantante napoletano in America e sa che deve seguirla fino in fondo, lasciando libera la sorella di tornare alla sua terra e al suo eterno amore.
Giuramento segue di pochi mesi Tradimento ed è il secondo film che Nino D’Angelo interpreta come spalla di Mario Merola, diretto da Alfonso Brescia (sceneggiatore con Piero Regnoli), che produce insieme al sodale Francesco Calabrese (pure soggettista e scenografo). Sceneggiata napoletana classica che si apre con la canzone Giuramento, cantata da Merola, e l’immagine di un vecchio che legge su una banchina del porto di Napoli alcuni brani dell’opera, tenendo in mano il copione composto dai versi di Russo e la musica di Vian. Immancabile panoramica di Napoli e del suo porto che passa subito sul primo piano di Salvatore (Merola) intento a giocare a scopa (la sua passione) con un contrabbandiere che vorrebbe portarlo a delinquere, fuori dalla sua vita grama ma onorata. I personaggi sono come sempre ben delineati. Merola è l’uomo d’onore, tutto d’un pezzo, innamorato della sua terra e della sua donna, che affronta ogni ostacolo con sprezzo del pericolo per far trionfare giustizia e sentimento. D’Angelo è il ragazzino che tenta di sfondare nella musica ma a un certo punto della sua vita potrebbe cadere vittima dei contrabbandieri, se non ci fosse Merola. I due protagonisti e le due comprimarie femminili (Gloriana e Pamela Paris) cantano molto e rendono questa sceneggiata un vero gioiello musicale per gli appassionati di musica tradizionale napoletana. Ida Di Benedetto è la donna contesa tra Merola e il boss, venditrice di sigarette di contrabbando, femmina innamorata che deve piegarsi al volere di un perfido malamente. Non mancano parti comiche, interpretate da Antonio Allocca (verboso ma non molto efficace) e Lucio Montanaro (un silenzioso mangione), che nella prima parte napoletana danno vita ad alcuni siparietti che sui svolgono in pizzeria e sulla banchina del porto. Tutta la seconda parte vede come location New York e vive sulla grande interpretazione comica di Enzo Cannavale, un ottimo attore sottovalutato dalla critica, che sfoggia uno straordinario ruolo da Pulcinella – in parte improvvisato – vero e proprio omaggio reso a tutti gli emigranti napoletani, personificando il carattere partenopeo. Si tramanda come una leggenda che la sequenza comica in cui Merola taglia la barba con il rasoio a Cannavale venne improvvisata dagli attori perché non prevista dal copione. Tutta la seconda parte del film è composta di sequenze che sembrano dilatate in modo eccessivo (la festa di matrimonio), con diverse canzoni e parti strutturali (la partita a carte) per arrivare al finale da resa dei conti con maggiore suspense. In definitiva Giuramento è una storia d’amore, contrabbando ed emigrazione, divisa in due parti non molto omogenee tra loro, la prima ambientata tra bassi napoletani e porto, la seconda a New York, tra mafia e immigrati. Tutta la seconda parte contamina il mafia movie e i film polizieschi ambientati nel mondo della criminalità organizzata, sia nella struttura che nel concitato finale, ma il melodramma romantico è la sola cosa che interessa regista e sceneggiatore, come possiamo apprezzare nelle sequenze fondamentali della storia. Molto intense le parti musicali dove Merola la fa da padrone con la sua impostazione classica, anche perché questo è un Merola movie, dove D’Angelo è solo la spalla dell’attore – cantante principale, ma la strada è pronta per diventare il suo erede. Film girato con il suono in presa diretta, con tutti i rumori di fondo del porto di Napoli, dei vicoli partenopei e dei luoghi nordamericani frequentati da emigranti. Fotografia sporca, giallo ocra, a tratti patinata e soffusa che rende bene il tono della pellicola; musiche struggenti da puro melodramma di Eduardo Alfieri, intervallate da canzoni interpretate da Merola e D’Angelo (arrangiate da Visco); tecnica di regia convincente per il genere, a base di zumate e primi piani con diversi carrelli e soggettive del protagonista. Notevole il melodramma finale con la morte di Raffaele in abiti da Pulcinella che tra le braccia di Nino dice: “Pulcinella non muore mai… starà sempre con noi”. Giuramento è pellicola originale che parte da un modello classico per contaminarlo con più generi restando sempre fedele allo schema tradizionale della sceneggiata che alterna momenti comici, musica struggente e parti drammatiche. Il personaggio di Enzo Cannavale – un Pulcinella lunare che si aggira per le strade di New York – è l’intuizione più straordinaria del film, che merita una riscoperta soltanto per apprezzare l’originalità della sceneggiatura in tutte le sequenze dove entra in scena il comico partenopeo.
Rassegna critica. Segnocinema: “Sceneggiata di pretto gusto partenopeo, Giuramento è senza infamia e senza lode”. Segnalazioni Cinematografiche: “Il film è molto più vario di situazioni e di incontri di quanto potrebbe sembrare. (…)”. Morando Morandini (due stelle per la critica/ tre stelle per il pubblico): “Tutti gli ingredienti della sceneggiata napoletana, dalla ricchezza dei sentimenti alla religiosità popolare, dalla proverbiale bontà d’animo alla spontaneità della gente. Il tutto condito con canzoni napoletane a profusione”. Marco Giusti (Stracult): “Bel trio di protagonisti, Merola – D’Angelo – Di Benedetto, per la regia comunque efficace di Alfonso Brescia. Il faccione della Di Benedetto funziona perfettamente anche in questo cinema popolare. E poi c’è Enzo Cannavale … Merola ricorda che gran parte del film è stata improvvisata, soprattutto la grande scena a tre con lui Nino D’Angelo e la Di Bendetto e una scena comica, con lui che fa la barba a Cannavale”. Paolo Mereghetti (due stelle): “Le ragioni del cuore contro quelle del denaro secondo i canoni della sceneggiata napoletana, scritta dal regista e da Piero Regnoli, traboccante di lacrime e canzoni. Merola e D’Angelo insieme, per i fan, sono imperdibili. La colta Di Benedetto si adatta bene al genere”. Pino Farinotti si limita a uno scarno riassunto della trama e concede una misera stella.
Regia: Alfonso Brescia. Soggetto: Francesco Calabrese. Sceneggiatura: Piero Regnoli, Alfonso Brescia. Fotografia: Silvio Fraschetti. Montaggio: Carlo Broglio. Scenografia: Francesco Calabrese. Costumi: Valeria Valenza. Musiche: Eduardo Alfieri (Edizione Musicale Bideri). Direttore di Produzione: Antonio Pittalis. Aiuto Regista: Gianfranco Pasquetto. Ispettore di Produzione: Aureliano Luppi. Segretario di Produzione: Antonio Spoletini. Operatore alla Macchina: Federico del Zoppo. Assistente Operatore: Franco Fraschetti. Segretaria di edizione: Giuliana Gherardi. Fonico della presa Diretta: Fabio Ancillai. Trucco: Stefania Trani. Parrucchiera. Teodora Bruno. Sarta: Anna onori. Attrezzista: Mauro Vettorini. Assistenti al Montaggio: Anna D’Angelo, Roberto Fanfoni. Sincronizzazione: Cinefonico Cinecittà. Produttori: Francesco Calabrese, Alfonso Brescia. Casa di Produzione: Gloria Cinematografica. Sartoria: Ditta Ferroni. Arredamento: Postiglione. Tappezzeria: Ditta D’Angelo. Effetti Speciali: Moviecam 2000. Pellicola: Fujicolor. Sviluppo e Stampa. Technicolor. Teatri di Pos:. De Paolis -Incir (Roma). Gioielli: Ditta Bozart. Mario Merola canta: Serenata smargiassa(E. A. Mario -V. Iannuzzi), Santa Lucia Luntana (E.A. Mario), Tu ca nun chiagne (E. De Curtis – Bovio), Vierno (Acampora – De Gregorio), Giuramento (Vian – Russo). Nino D’Angelo canta: Vattenne va (D’Angelo- De Paolis – D’Angelo), Stasera si’ chiù bella (D’Angelo – Casaburi – Bevilacqua), Palummella (Ignoto). Arrangiamenti Canzoni D’Angelo: Augusto Visco. Pamela Paris canta: Cartulina‘e Napule (Bergamini – Locatelli). Gloriana canta: Nonna nonna a ‘na pupata (V. De Crescenzo – A. Visco). Genere: Drammatico, Musicale. Durata: 116’. Interpreti: Mario Merola (Salvatore Improta), Nino D’Angelo (Nino, fratello di Concetta), Ida Di Benedetto (partecipazione straordinaria nei panni di Concetta, donna di Salvatore), Regina Bianchi (madre di Salvatore), Enzo Cannavale (Raffaele, detto Fefè, il Pulcinella), Lucio Montanaro (Ciccio), Antonio Allocca (Pasqualino), Rick Battaglia (Frank Geraci, il boss mafioso), Gloriana (sorella di Salvatore), Lucio Rosato (Ricky, scagnozzo di Frank), Roberta Olivieri (Patrizia, fidanzata di Nino), Rino Gioielli (Michele, contrabbandiere), Pamela Paris (cantante del matrimonio), Francesca Rinaldi (nipotina di Salvatore).Ernesto Mahieux (uomo che batte Salvatore a scopa), Isa Marlene, Enzo Berri, Biagio Casalini.