“Kid A”, il vuoto emotivo dei Radiohead

Articolo di Alberto Maccagno

Il 2 ottobre del 2000 (3 ottobre U.S.A.), per EMI – Parlophone – Capital Records, usciva Kid A, il quarto album in studio dei Radiohead.

L’opera è figlia di un vuoto emotivo e artistico che colse impreparata la band, specialmente nella persona di Thom Yorke (autore di tutti i testi del progetto), dopo il successo ottenuto con OK Computer e col relativo tour.

Musicalmente, ci troviamo di fronte a un disco sperimentale nel quale convergono diversi stili e diverse sensazioni.

Con lo scorrere delle undici tracce che lo compongono, infatti, si presentano sonorità pop, rock and roll, elettroniche, space rock, free jazz e soundtrack, le quali donano colori intensi e precisi al viaggio emozionale che viene intrapreso dai Radiohead (e, di riflesso, dall’ascoltatore).

L’incedere di Kid A mostra grande dinamismo, con cambi di ritmo e di melodie volti a scrivere uno storytelling profondamente immersivo.

Tra i brani migliori, sottolineiamo The National Anthem, arricchito da tinte space e free jazz azzeccate, e How To Disappear, episodio seguente, acustico ed emotional, che crea un distacco indovinato con il precedente.

A chiudere il cerchio (in bellezza) sarà Treefingers, strumentale dal sapore cinematografico che sembra trascinare il cuore in un’altra dimensione.

Per comprendere a pieno il delicato equilibrio tra armonia e caos che pervade la composizione della band inglese, bisogna evidenziare Morning Bell, canzone che gode di una distorsione progressiva che va a incidere gradualmente sulla dolce melodia (in stile carillon) che la regge.

Dal punto di vista vocale, risulta tutto molto delicato e interiore; le stesure sono dolci e leggere ma anche strazianti e sofferenti, a seconda dei casi.

Oltre al classico falsetto che gioca un ruolo da protagonista, assistiamo a un lavoro sostanzioso di trattamento digitale delle voci, tra vocoder e giochi sul pitch e compressioni di ogni genere.

Queste procedure di missaggio sono volte a dare ancora più anima alle sfumature proposte.

Per quanto riguarda il lato lirico, i testi sono visceralmente introspettivi e caratterizzati da una moltitudine di immagini e di ambientazioni, a tratti sottolineate da frasi potenti ma sconnesse tra loro mentre in altri frangenti da una poetica (più o meno ermetica) volta a raccontare una storia (largamente interpretabile).

Il testo di Motion Picture Soundtrack è perfetto: poche righe che fotografano un immaginario di tristezza e depressione e bisogno di scomparire in seguito alla fine di un amore, dietro ai sensi di colpa e alle lettere bruciate.

Per quanto questa traccia possa essere il finale perfetto dell’opera, la vera conclusione si incontra in Untitled, una strumentale di cinquantadue secondi al sapore di “ritorno in orbita” che chiude definitivamente questo viaggio interstellare.

In conclusione, possiamo solo dire che Kid A è uno di quegli album che non ci fa titubare nel gridare al capolavoro e nel toglierci il cappello davanti ai Radiohead (e alla musica).

TRACKLIST:

01. Everything In Its Right Place

02. Kid A

03. The National Anthem

04. How To Disappear

05. Treefingers

06. Optimistic

07. In Limbo

08. Idioteque

09. Morning Bell

10. Motion Picture Soundtrack

11. Untitled

FORMAZIONE:

Thom Yorke – voce, programmatore, tastiere, chitarra, basso elettrico.

Jonny Greenwood – onde Martenot, chitarra, arrangiamenti, campionamento, sintetizzatori.

Ed O’Brien – chitarra, programmatore.

Colin Greenwood – basso elettrico, campionamento.

Phil Selway – batteria, percussioni, programmatore.

Andy Bush – tromba.

Andy Hamilton – sax tenore.

Steve Hamilton – sax contralto.

Stan Harrison – sax baritono.

Martin Hathaway – sax contralto.

Mike Kearsey – trombone.

Liam Kerkman – trombone.

Mark Lockheart – sax tenore.

Orchestra of St John’s – archi.

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