Attenti a noi due non ha niente a che vedere con il fenomeno del Nino D’Angelo movie, rappresenta un tentativo da parte del cantante di fare altro, in questo caso commedia pura, guidato da un veterano come Mariano Laurenti. Inutile dire che il tentativo non riesce, ma naufraga miseramente per la pochezza del soggetto (scritto da Ninì Grassia) e per una sceneggiatura (Regnoli e Grassia) ai minimi termini, così mal fatta da sembrare improvvisata scena dopo scena. Ultima frequentazione tra Nino D’Angelo e Grassia, una tantum non regista ma nei triplici panni di produttore, soggettista e sceneggiatore. In breve la storia. La novità più rilevante è che la pellicola viene girata a Rimini e non a Napoli, in una Rimini marittima e invernale, quasi deserta, dove Nino (D’Angelo) si è trasferito per gestire una pizzeria. Un bel giorno viene raggiunto da Fabrizio (Bracconeri), un vecchio amico spiantato che si piazza a casa sua e gli procura diversi grattacapi. Nino deve finanziare un’agenzia di investigazioni, che Fabrizio ha avuto in eredità da un vecchio zio e che vuol far ripartire insieme al segretario Luigi (Attrice) e alla bella filippina Sioni (Rodríguez). Nino ha una fidanzata gelosissima come Anna (De Rose) con la quale litiga spesso sul tema matrimonio e sulla presenza di altre donne. A un certo punto viene rapita la figlia di Sioni, il film vira di bordo, il regista tenta di mettere in scena una sorta di giallo thriller che culmina con la liberazione della piccola. Il finale non è molto lieto: la polizia scopre che Sioni è clandestina e l’amore con Fabrizio finisce prima di nascere, inoltre Anna continua a sospettare sui tradimenti di Nino per via di diversi equivoci creati dalla presenza di Fabrizio. I due amici finiscono a cena insieme in pizzeria, ma Nino – spazientito per tutti i problemi insorti – termina il dialogo con un sonoro vaffanculo. Fine del film. Titoli di coda.
Un film povero, forse il peggior film di genere mai girato in Italia, da non credere che il vero regista sia Laurenti, anche se la presenza del figlio Alessandro come aiuto fa optare per il sì, ma la scarsa perizia e la poca cura generale del prodotto fa pensare a Grassia. Unica nota positiva Nino D’Angelo, simpatico come sempre, pure discreto attore, purtroppo non canta e tenta solo di far sorridere. A volte ci riesce, nonostante una sceneggiatura che mostra la corda, una delle scritture cinematografiche più improbabili che abbia mai dovuto analizzare. Da notare che D’Angelo canticchia pure Accidenti a te, mentre si fa la barba nel bagno, il motivetto sentito in Fatalità dalla voce di Paolantoni. Poco dopo accenna un paio di canzonette in napoletano, ma non si spinge oltre le prime strofe. Fabrizio Bracconeri imita Verdone a più non posso, ma è davvero un Verdone dei poveri, resta nel nostro immaginario come il ragazzo della III C televisivo, ma vale poco come attore comico. Luigi Attrice tartaglia battute imbarazzanti, tra gag in un negozio di frutta dove tenta di rubare due arance e altre prelibatezze. Francesca De Rose fa rimpiangere non poco Roberta Olivieri come fidanzata gelosa di Nino, attrice (si fa per dire) del tutto negata per la recitazione. Regina Rodríguez non è neppure bellissima e in italiano sa dire solo Viva l’Italia, mentre Gerbino Melchiorre è un boss mafioso da burletta che discetta con Nino su argomenti culinari. Colonna sonora monotona e ripetitiva, firmata da Nino D’Angelo, che pare ripresa da vecchi film e non presenta alcuna attinenza con l’azione scenica. Fotografia invernale di una Rimini decadente e deserta, scene d’azione girate al risparmio, da una sola angolazione, sceneggiatura farraginosa, un vero e proprio colabrodo. Tra le parti più trash ricordiamo il finto suicidio di Nino con le caramelle, il dialogo con Fabrizio che sembra imitare il modo di parlare di E.T. (casa), l’identikit a gesti e disegni compiuto dalla filippina, le sequenze al parco giochi di Rimini, lo zoppo rapitore del bimbo paragonato a Gambadilegno, il boss nella sauna, la sciocca gelosia di Anna … Un giallo comico con accenni di cinema sentimentale, indeciso sulla strada da prendere e del tutto non recuperabile, che abbiamo faticato non poco per vederlo sino alla fine. Non c’è proprio niente da salvare, purtroppo. Condividiamo il commento di Davinotti Junior: Di detective maldestri e paciocconi ne avevamo visti, di così miseri mai.
La critica. Marco Giusti (Stracult): “Tardo Nino D’Angelo, lontano dal periodo d’oro e prima della riscoperta fofiana. Un film del tutto dimenticato e non visto, nemmeno a Napoli. Eppure segna il ritorno di Laurenti con il cantante e la sceneggiatura è firmata da Ninì Grassia. Nino è in coppia col romano Bracconeri, una piccola scoperta verdoniana poi finita a Mediaset nel Forum di Rita Dalla Chiesa. Bracconeri aiuta l’amico Nino D’Angelo, pizzaiolo a Rimini, e lo mette nella sua agenzia di investigazioni. Curioso”. Pino Farinotti (una stella): “Siamo ancora una volta alle prese con il cantante languido e passionale. Siamo a Rimini dove Nino è proprietario di una pizzeria. Tra le moine della sua ragazza e un tentativo a spese di Nino, di riaprire un’agenzia di investigazioni c’è il tempo per la cattura di una banda”. Morando Morandini e Paolo Mereghetti omettono di citare l’esistenza del film. Forse hanno ragione loro. Il Davinotti on line è un florilegio di giudizi negativi. Vediamone alcuni: “Quasi incredibile pensare che questa porcheria è stata diretta da Mariano Laurenti, ma evidentemente la sceneggiatura (di Ninì Grassia) era alquanto scarsa; la mancanza di soldi ha fatto il resto. Una tremenda accoppiata comica composta da Nino D’Angelo e Fabrizio Bracconeri, fanno quello che possono per risultare divertenti, ma appare evidente in tutta la sua drammaticità che non vi riescono. Capolavoro del nonsense e misere location. Agghiacciante” (I gusti di Markus). “Filmaccio che vede un Nino D’Angelo lontano dai fasti degli anni Ottanta (senza caschetto e tinto) affiancato da un mediocre Bracconeri. Locazioni indicibili, cast femminile evanescente. Film che difficilmente strappa qualche risata e che strappa invece parecchia noia, solo per collezionisti di film strani. (I gusti di Danae). “Difficile digerire questa mattonata incredibile. Noioso è dire poco; se aggiungiamo il fatto che non si ride mai (eccezion fatta per lo straordinario giubbotto extralarge di D’Angelo) e che la sceneggiatura presenta numerosi buchi che rendono incomprensibile la pellicola, potete immaginare che vaccata possa essere questo Attenti a noi due. Finire la pellicola è un’impresa ardua persino per un masochista. Giudicarlo con un pallino, vi assicuro, è un regalo. Pessimo”. (I gusti di Didda23).
Regia. Mariano Laurenti. Soggetto: Ninì Grassia. Sceneggiatura. Ninì Grassia, Piero Regnoli. Fotografia: Sandro Grossi. Montaggio: Carlo Broglio. Scenografia: Angela Alterio. Costumi: Roberta Ciotti. Musiche: Nino D’Angelo. Edizioni Musicali: Antonella (Roma). Direttore di Produzione: Gianni Cozzolino. Produttore: Ninì Grassia. Casa di Produzione: P.A.G. Film International. Aiuto Regista: Alessandro Laurenti. Segretaria di Produzione: Maria Pia Aloisi. Assistente alla Regia: Edy Saija. Ispettore di Produzione: Pietro Cifone. Segretaria di Produzione: Nunzia Seguino. Operatore alla Macchina: Fabio Leoni. Assistenti Operatori: Alberto Cerchi, Riccardo Tonni. Fonico: Alberto Salvatori. Microfonista: Mario Iacquone. Truccatore: Franco di Girolamo. Assistente al Montaggio: Maria Antonietta Tota. Assistente Scenografia: Sandro Monticelli. Fotografa di Scena: Wilma Isoni. Capo Elettricista: Massimo Rocchi. Capo Macchinista: Gaetano Tarantino. Gruppista: Francesco D’Agostino. Mezzi Tecnici: Arco 2. Edizione ed Effetti Sonori: Carlo Broglio Group. Teatri di Posa: Cerrato Compagnia Cinematografica. Suono: Cinecittà. Missaggio: Adriano Tobidone. Sviluppo e Stampa: Technicolor. Pellicola: Eastman Cinema e Televisione. Effetti Speciali: Paolo Ricci. Esterni: Rimini, Riccione. Genere: Commedia. Durata. 95’. Interpreti: Nino D’Angelo, Fabrizio Bracconeri, Francesca De Rose, Gerbino Melchiorre, Regina Rodriguez, Luigi Attrice, Vincenzo Merolla, Gennaro Mambelli, Sauro Giannini, Marco Mauri, Smailee Del Is.