Le donne, i diritti e la tutela della dignità umana contro ogni violenza sono delle priorità da affrontare per le istituzioni politiche nazionali. Si è recentemente svolto l’importante convegno “Il dramma del femminicidio nelle diverse realtà” che ha visto tra gli interventi, il direttore di Famiglia Cristiana Antonio Rizzolo, il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, la deputata Lucia Annibali e il procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero De Raho. Un evento particolarmente importante per analizzare e approfondire le preoccupazioni legate al disagio territoriale, formulando delle proposte fattive da portare avanti per un miglioramento degli strumenti che possano aiutare a diminuire il dramma degli omicidi legati alla violenza dell’uomo nei confronti della donna. Dai dati emerge che solo il 12% delle donne uccise aveva denunciato. Secondo gli esperti, serve una concreta formazione anche fra le forze dell’ordine e i magistrati. Inoltre, tra le donne è importante avviare un percorso che porta prima alla presa di coscienza che quello che si sta vivendo è una violenza, un processo interiore lungo e complesso che non sempre sfocia nella denuncia. Per questo l’accesso al pronto soccorso è uno dei momenti più delicati per la vita di una donna vittima di violenza. Il femminicidio si pone come una forma specifica di violenza di genere, realizzata ai danni delle donne a causa del loro essere donna e che culminano nel fatto più grave dell’omicidio. La violenza di genere non riguarda solo le donne, ma anche anziani, bambini, omosessuali. Tuttavia, se ne parla principalmente rispetto al fenomeno generale poiché le donne rappresentante i maggiori casi statisticamente rilevati.
Il fenomeno sta raggiungendo numeri sempre più agghiaccianti: una donna viene uccisa per mano di un uomo e ciò accade prettamente per ragioni di matrimoni falliti, abbandoni, tradimenti e divorzi. Pur se le statistiche europee sul femminicidio non vedono il nostro Paese ai primissimi posti resta una tematica urgentissima da affrontare. Una problematica che preoccupa anche la comunità imprenditoriale femminile italiana che vuole arginare il fenomeno per riuscire a coniugare sviluppo economico e politiche di genere. Il recente convegno “Il dramma del femminicidio nelle diverse realtà” ha visto la partecipazione anche di Sabrina Zuccalà, imprenditrice e presidente della società 4ward360, recentemente premiata come Eccellenza Italiana per le sue capacità manageriali e per la sua attività di donna a favore delle donne, che è tornata a porre l’attenzione sulla deriva preoccupante che sta assumendo il fenomeno del femminicidio. “È necessaria – ha sottolineato Sabrina Zuccalà – una più efficace rete di protezione attorno alle donne che scelgono di denunciare la violenza, che al contempo costituirebbe pure un incentivo a portare alla luce episodi troppo spesso taciuti. La cronaca, anche recente, abbonda di donne che hanno subito violenza, o peggio sono state uccise, dopo aver denunciato. Ciò rende necessario valutare una forma di potenziamento ed estensione dell’attuale dispositivo, imperniato sui centri antiviolenza e sulle case rifugio, con misure volte ad assimilare, in quanto compatibile, la tutela delle donne che denunciano a quelle dei testimoni di giustizia”. Inoltre, la violenza maschile sulle donne non è un fatto del tutto personale. Non è un fenomeno che può essere compreso soltanto alla luce della vita dello scenario singolare e individuale. Chiaramente i dati individuali, le circostanze del contesto personale in cui si genera la violenza caso per caso, sono fondamentali, ma non possiamo limitarci a questo. La violenza sulle donne non è mai la violenza di un uomo su di una donna. Le cause profonde di questa violenza endemica vanno cercate nella logica di fondo del sistema sociale di relazione tra i generi che deve mutare. A tal riguardo, la comunità delle donne professioniste può far tanto avviando un processo di cambiamento del paradigma sociale e innescando nuove visioni sociali ed economiche che vedano al centro il ruolo della donna. Una visione che trova nella figura di Sabrina Zuccalà un esempio importante di protagonismo femminile pronto all’azione per migliorare il contesto sociale ed economico della nostra Penisola.