La disabilità e gli amici a quattro zampe

Articolo di Sheyla Bobba

Avere vicino un animale può aiutare indubbiamente. Fino a quando non ho frequentato assiduamente il mondo SuperAbile ho sempre pensato che gli unici animali indispensabili alla vita di una persona fossero i cani-guida per i ciechi.

Effettivamente nell’immaginario collettivo se si pensa ad un uomo con gli occhiali scuri e bastone e dall’altra parte un cane con una pettorina bianca e una croce rossa ha subito l’idea di priorità.

In realtà sono tantissime le situazioni di vita che contemplano la presenza costante di un amico a 4 zampe vicino ad una persona disabile, non soltanto per aiutarlo nelle azioni della vita quotidiana ma anche come coadiuvante terapico.

Numerosi studi pubblicati da riviste tra le più accreditate affermano che il rapporto con gli animali può aumentare il tasso di sopravvivenza nei pazienti affetti da disturbi cardiaci, un abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza delle pulsazioni. Curare un animale quindi può migliorare i disturbi d’ansia, lo stress e la depressione.

La pet Therapy (terapia dell’animale da affezione) era già conosciuta ed utilizzata nei secoli scorsi ma oggi ha indubbiamente un’importanza riconosciuta in modo universale.

Oggi viene riconosciuta anche come un progetto complessivo con l’acronimo IAA (Interventi Assistiti con gli Animali).

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