Tra aumento del costo del carburante (nei giorni scorsi, il petrolio grezzo ha raggiunto e superato gli 84 dollari al barile, praticamente il doppio di quello che costava qualche mese fa) e limitazioni legate alla pandemia, la situazione per le compagnie aeree è tutt’altro che rosea.
Solo nel periodo di Natale sono stati circa 10.000 i voli cancellati dalle compagnie aeree di tutto il mondo. Molti a causa del boom di contagi legati alla diffusione della variante Omicron del Covid-19. Ad essere contagiati non solo i passeggeri ma anche il personale di volo e di terra, spesso costretto a quarantene forzate. Il picco, negli USA dove sono stati 500 i voli annullati in un solo giorno.
Eppure c’è chi ha deciso di andare controcorrente. E di continuare a volare anche con gli aerei completamente vuoti. La compagnia aerea Lufthansa ha comunicato che manterrà 18.000 voli anche se “vuoti e non necessari”. Lo stesso ha deciso di fare Brussels Airlines, una delle filiali di Lufthansa: prevista la partenza di 3.000 voli entro la fine di marzo. Anche senza passeggeri.
Come è possibile? La stessa Lufthansa aveva dichiarato di aver dovuto annullare oltre 30mila voli proprio a causa della pandemia. Perchè questo repentino cambio di rotta?
A spiegarlo è stato lo stesso CEO di Lufthansa Group, Carsten Spohr: “Dobbiamo operare 18.000 voli aggiuntivi e non necessari in inverno solo per garantire i nostri diritti di decollo e atterraggio. Mentre le esenzioni rispettose del clima sono state riscontrate in quasi tutte le altre parti del mondo durante la pandemia, l’UE non le consente allo stesso modo. Questo danneggia il clima ed è esattamente l’opposto di ciò che la Commissione europea vuole ottenere con il suo piano ‘Fit for 55′”.
In pratica, sarebbero le regole imposte dall’Unione Europea ad imporre alle compagnie aeree di utilizzare almeno l’80% delle bande orarie aeroportuali loro riservate. Salvo, per chi non dovesse farlo, perdere i diritti di decollo e atterraggio rispetto ai vettori rivali. Per alcune compagnie aeree, questo significa una cosa sola: dover volare anche con gli aerei senza nemmeno un passeggero! Oltre ad essere economicamente irrealizzabile, questa “stranezza” (della quale nessun telegiornale e nessun ambientalista – nemmeno la piccola Greta – ha parlato) avrà un impatto ambientale enorme. Da un lato il New Green Deal ha imposto ai cittadini europei di comprare nuove auto e alle case automobilistiche di produrre solo auto elettriche di qui a pochi anni (ammesso che sia possibile). Dall’altro, questa regola potrebbe costringere i vettori a emettere inutilmente CO2. Non bisogna dimenticare infatti che, secondo recenti ricerche, i trasporti sono responsabili del 16,2% delle emissioni globali (antropiche) di gas serra. All’interno di questo gruppo, l’aviazione è il maggiore responsabile (dopo il trasporto su gomma) delle emissioni di CO2 globali. E, di questa parte, circa l’81% proviene proprio dai voli civili. Nel 2018, si stima che l’aviazione globale (sia passeggeri che merci) abbia emesso ben 1,04 miliardi di tonnellate di CO2. Da allora (fatta eccezione per un brevissimo periodo allo scoppio della pandemia) le emissioni hanno continuato a crescere. Nel loro complesso, le emissioni dell’aviazione sono raddoppiate dalla metà degli anni ’80.
Ora gli sforzi delle compagnie aeree di ridurre almeno in parte le emissioni di CO2 e di riprendersi (nonostante i miliardi di euro di aiuti ricevuti) dalla crisi del settore e dalla pandemia, rischiano di essere completamente vanificati: le regole derogate tra il 2020 e l’estate 2021, sono tornate in vigore. “È abbastanza difficile per l’industria aerea combattere una pandemia che ha cancellato l’80% della domanda globale, e trovarsi con le mani legate dai regolatori che pasticciano la questione delle slot. Ma è proprio questa la situazione in cui ci troviamo” ha detto Willie Walsh, direttore generale della IATA. “È un mistero per noi perché la CE debba essere l’unico regolatore che costantemente non riesce a capire la portata della crisi in corso e l’importanza vitale di preservare il sistema di slot per il mondo dell’aviazione post-pandemia”. Dello stesso parere Rikke Christensen Vice Presidente Networks, Alliances and Commercial Planning di Virgin Atlantic: “Abbiamo bisogno di quella piena flessibilità per essere in grado di essere agili, perché le compagnie aeree vogliono volare. Vogliamo davvero disperatamente volare. Lo vogliamo, ma dobbiamo prima di tutto eliminare le restrizioni prima di iniziare a parlare di eliminare la flessibilità degli slot”. “Alla fine, ciò che le compagnie aeree stanno cercando di fare è cercare di pianificare dove i clienti vogliono andare. Ma finché ci sono restrizioni, i clienti e noi stessi non sappiamo dove puoi effettivamente volare”. Per questo motivo, Virgin ha deciso, durante la pandemia, di passare anche ai voli cargo, per sopravvivere.
Ma la scelta di Virgin è stata possibile grazie alla flessibilità consentita dall’attuale deroga alle bande orarie. Ora il ritorno alle vecchie/nuove regole, potrebbe causare anche a questa compagnia aerea seri problemi. E riaprire in molte compagnie concorrenti ferite profonde che potranno essere ricucite solo con miliardi di euro di finanziamenti strappati dalle tasche dei contribuenti ignari di tutto.
Diversa la situazione dell’ambiente: gli errori derivanti da politiche irrazionali non potranno essere risolti con il PNRR. Continueranno a produrre danni incalcolabili per i quali nessuno pagherà.