Wha è un criminale da media classifica, vive a Honk Kong negli anni 80 lavorando con discreto successo. L’uomo non ha alcuna ambizione palese e il suo talento è di saper fare il minimo indispensabile. Suo fratello minore affiliato da poco all’organizzazione è un cane sciolto eccessivamente irruento il cui comportamento provoca solo danni facendo irritare i capi. L’amore per una lontana cugina sembra essere l’unica cosa capace di scuotere il protagonista dal torpore di una vita anonima, ma i doveri verso Fly (il fratello) lo costringono a intervenire troppo spesso per tirarlo fuori dai guai.
As tears goes by è il film d’esordio di Wong Kar Wai datato 1988. Un lavoro dove le regole del cinema commerciale asiatico incidono sulla realizzazione, regole che il regista riesce ad arginare inserendo il suo tocco malinconico a una vicenda che altrimenti sarebbe semplice intrattenimento. I personaggi che Kar Wai propone sono classici dello stile noir, uomini e donne travolti da eventi incontrollabili. Wha è un uomo che sente il vincolo con la famiglia a tal punto da arrivare a complicare la sua vita per alleggerire quella di un Fly totalmente incapace di controllo.
As tears ricorda il cinema di Scorsese ma Kar Wai cambia lo stile nel film attraverso una precisione formale nella regia e una colonna sonora del tutto particolare. Le citazioni ai classici americani ci sono, da Top Gun a Mean Street, speculari a una storia che trae l’emozione dalla maledizione a cui le personalità in scena sembrano essersi votate. Il fato assume un ruolo principale nella tragedia che si consuma senza possibilità di ritorno o redenzione. As tears è un esordio che, sebbene ancora molto legato alla tradizione asiatica, mostra tutto il talento di Kar Wai nel costruire immagini traendone emozioni. La particolarità di questo regista è l’uso del silenzio che a volte assume valore di parola dilatando il tempo ed esaltando la solennità delle immagini.