Luigi Pirandello muore nel 1936 esattamente a due anni dal premio Nobel. Lo scrittore non vuole una cerimonia di esequie sontuosa cosi le sue ceneri rimangono custodite al Verano fino qualche anno prima del viaggio finale verso la Sicilia. Da Agrigento arriva un messo del comune per prelevare i resti mortali del poeta e portarli a destinazione. Nonostante le autorità abbiano messo a disposizione un volo privato, il viaggio si rivela carico d’imprevisti.
Leonora Addio , il nuovo film di Paolo Taviani si dichiara immediatamente come un tributo alla creatività italiana. Partendo dall’autore siciliano il regista racconta l’evolversi di una cultura a cavallo tra la prima e la seconda metà del ventesimo secolo. Non sola letteratura ma storia e cinema fanno parte del film, arti descritte attraverso il sapiente utilizzo di ricostruzioni e pellicole d’epoca. Essenzialmente la cronaca di un ritorno Leonora addio riflette sull’assenza di quei riferimenti che hanno influenzato il percorso storico e sociale Italiano. Viene mostrato il viaggio di un genio verso la sua ultima destinazione in un momento storico dove il paese prova a lasciarsi alle spalle la dittatura.
Dalle macerie rappresentate Taviani proporne il suo lavoro evocando la presenza del fratello e portando avanti un’idea di quel cinema a coppie che li ha sempre contraddistinti. Il film è essenzialmente la riflessione di un artista su un grande autore. Il regista va oltre riflettendo sulla sua carriera e lo fa mostrando il Nobel negli anni del bilancio dove la gloria nascondeva un perduto pesante da trasportare. Leonora gioca su diversi piani alternando alla cronaca di un ritorno la presenza di più eredità con cui confrontarsi. Dal cinema neorealista alle scenette sui treni il film traccia un quadro dell’identità italiana nel dopoguerra e mostra al pubblico la genesi della stessa. Il film è interessante per la sua capacità di raccontare il pensiero di un popolo partendo dall’eredità di un grande letterato.