Alessandro Del Gaudio è un autore che conosco molto bene per aver pubblicato diversi suoi libri interessanti, da saggi come Identità segreta – libro sui supereroi che andrebbe ristampato e aggiornato – e Kyoko mon amour, per finire con una trilogia fantasy (Metallo d’ombra, Lacrime d’ombra e Anello d’ombra) e alcuni romanzi classici (Italoamericana). Lo specchio dell’anima esce per Saga, un editore di narrativa pura, specializzato nel genere fantasy che Del Gaudio ama narrare e per il quale è decisamente portato. Vediamo la trama desunta dallo strillo editoriale. Radian vive a Roccabruna, mentre la sua esistenza gli scivola tra le dita, tra notti insonni e uno strano dado, un dono del suo amico Ferge. Durante una di quelle serate vuote, decide di entrare al Bianconiglio, un locale dove niente è ciò che sembra, nel quale incontra Feef, un personaggio alquanto singolare, molto interessato a quel dado di cui Radian è estremamente geloso. Dopo quell’incontro, niente sarà più lo stesso: Radian perderà un occhio e si ritroverà su Najar, una dimensione in cui vige ancora un sistema feudale. Il Pescatore di Anime gli ha ghermito l’anima e a lui non resta che prepararsi, assieme ai suoi nuovi amici per la battaglia che libererà la dimensione da quel sovrano spietato: lo scontro finale. Un breve estratto: Tu potrai riavere la tua anima, ma per farlo dovrai trovare il Pescatore di Anime e affrontarlo con il tuo dado. Esso ti aiuterà, ti è già servito una volta a sconfiggere un suo maleficio.
Abbiamno avvicinato l’autore per fare qualche domanda.
Da dove nasce l’ispirazione?
In genere i miei libri possono iniziare da un titolo, da un’idea, o da una tipologia di personaggio. Ormai posso dire che nelle mie storie, più che in passato, ci sia il giusto equilibrio tra quel che vedo intorno a me e ciò che leggo, tenuto conto che le mie letture virano dal fantastico al thriller scandinavo, dalla narrativa asiatica alla graphic novel.
Inizio di una nuova saga o romanzo autoconclusivo?
Lo Specchio dell’Anima è, insieme a Aurora d’Inverno, una serie di romanzi autoconclusivi che avrebbe dovuto far parte dello stesso ciclo, pur senza aver punti di contatto tra le storie, se non per pochi elementi. In entrambi i libri, infatti, compaiono personaggi che si conoscono, anche se le loro avventure si svolgono in universi diversi. Questo fa sì che ogni lettore possa decidere di cominciare da uno qualsiasi dei libri per iniziare a leggere, senza correre il rischio di perdersi informazioni importanti dalla lettura degli altri.
Pensi di tornare alla saggistica?
Al momento non credo. La saggistica, un po’ come la poesia, hanno rappresentato delle parentesi nella mia carriera di romanziere o più propriamente di scrittore di narrativa, dato che negli ultimi anni ho scritto anche racconti. Per adesso preferisco proseguire su questa linea.
Progetti per il futuro.
Con la mia nuova casa editrice, la Sága Edizioni, ho in programma tre o quattro libri nuovi, che abbracciano il fantastico a 360 gradi. A novembre esordirò nella fantascienza, con un romanzo ispirato ai mecha giapponesi e al cyberpunk. Poi sarà il turno (per il 2023) di un’antologia di racconti in stile hard boiled con protagonisti degli investigatori alle prese con casi che immancabilmente sconfinano nel mistero e nell’impossibile. E poi darò alle stampe il mio romanzo più corposo, un urban fantasy che molto probabilmente sarà pubblicato in due volumi separati. Ho in lettura presso gli editori anche un thriller fantasy e sono in attesa di responso.