C’è da restare allibiti se si pensa che un simile film è stato uno dei migliori incassi della stagione, con un numero di spettatori straordinario per le medie attuali delle sale cinematografiche. Tra i peggiori television-movie della storia, non è facile classificarlo cinema, per prevedibilità di sceneggiatura, battute fiacche, fotografia monocorde in toni ocra, recitazione degna di una scuola per attori da strapaese. Grande lavoro per l’aiuto regista, visto che Pieraccioni – innamorato di se stesso – è sulla scena per tutto il film, sempre in primo piano, più di una Laura Chiatti che recita per tutta la pellicola con toni sopra le righe. Il professor Cenerentolo racconta le vicissitudini di un ingegnere ladruncolo mancato che finisce in galera e verso fine pena avvia un processo di redenzione, rischia di perdere l’amore della figlia, viene mollato dalla moglie, mentre si consola con la bella insegnante di danza Morgana. Cinema inutile è dir poco, ma vende, piace al pubblico (più di Star Wars!), si fa guardare e apprezzare da chi non ha la più pallida idea di che cosa sia il cinema. Per fortuna in sala me lo sono perso, non vado più a vedere Pieraccioni, regista perduto, dopo le prime buone prove (Il ciclone, I laureati), consacrato alla farsa più becera e improbabile, a un cinema che non è cinema. Girato tra Roma, Formia, Gaeta e Ventotene, spreca persino le potenzialità di una fotografia marina naturale, perché la rende artefatta e televisiva. Un film così maldestro da consigliarne la visione nelle scuole di cinema, per far capire agli aspiranti registi come non si fa un film, come non si può essere autori – al massimo televisionari – imbastendo una serie di banalità a base di dialoghi privi di battute, se non memorabili, almeno decenti, e di situazioni comiche. La promozione comunica che Il professor Cenerentolo è una commedia, dobbiamo prendere per buona tale definizione, anche se a nostro parere non si tocca il minimo sindacale neppure per la farsa, talmente banale e piatta è la sceneggiatura. Nel cast si salva il solo Flavio Insinna nei panni di un bonario direttore del carcere abbastanza egocentrico, mai quanto il suo detenuto preferito, il Leonardo Cenerentolo delle meraviglie, che trasforma in oro (produttivo) ogni ridicola storia che mette sul mercato. Ceccherini è l’ombra dell’attore trasgressivo del passato, Paci si vede una frazione di minuto, altri recitano personaggi televisivi stereotipati. Un film pedestre, da evitare con cura, persino in televisione, ché c’è sempre di meglio da vedere. Povero cinema comico italiano, che brutta fine hai fatto…
Regia: Leonardo Pieraccioni. Paese di Produzione: Italia, 2015. Lingua Originale: Italiano. Durata: 89’. Genere: Commedia (?). Soggetto: Leonardo Pieraccioni. Sceneggiatura: Leonardo Pieraccioni, Giovanni Veronesi, Domenico Costanzo. Fotografia: Fabrizio Lucci. Montaggio: Patrizio Marone. Musiche: Gianluca Sinibaldi. Scenografia: Francesco Frigeri. Costumi: Claudio Cordaro. Produttore: Marco Belardi. Produttore Esecutivo: Paolo Luvisotti. Case di Produzione: Lotus Productions, Leone Film Group, Levante Film, Rai Cinema. Collaborazione Produzione: Monte dei Paschi di Sinea, Faram 1957. Distribuzione: 01 Distribution. Interpreti: Leonardo Pieraccioni (Umberto Massaciuccoli), Laura Chiatti (Morgana Di Filippo), Davide Marotta (Arnaldo Mangelli), Flavio Insinna (Giuseppe Rizzo, direttore del carcere), Massimo Ceccherini (Vincenzo Zambrotta, detto Tinto), Nicola Acunzo (Ciro Calabrese), Nicola Nocella (agente Carmine Nocella), Lorena Cesarini (Sveva Bocchino), Manuela Zero (Mia Marano), Lisa Ruth Andreozzi (Martina Massaciuccoli), Sabrina Paravicini (Sabrina De Stefano), Lucianna De Falco (signora Lucia Mammolotti), Sergio Friscia (don Vincenzo Catania), Emanuela Aurizi (Anna Graziani, sposa), Lorenzo Renzi (Hannibal Capuano), Pietro Ghislandi (Giorgio Mazzanti, detto Pangrattato), Giulia Sofia Paolucci (Maria Capanni), Arturo Gambardella (Giorgio Lagreca, ballerino), Gaetano Gennai (Pietro Gennai), Niki Giustini (Alessio Giustini), Alesandro Paci (Rocco Laspisa, agente di polizia).