Primavera del 1943 le truppe alleate stanno per sbarcare in Sicilia. Il servizio segreto inglese sa che i nazisti sono a conoscenza del piano e teme che il progetto possa costare eccessive perdite, decide così di correre ai ripari. Due spie britanniche inventano una campagna di disinformazione per sviare il nemico. Con una mossa azzardata i due ufficiali lanciano lo sbarco in Sardegna e Grecia dichiarando la Sicilia semplice appoggio. Attraverso il ritrovamento di un cadavere con documenti fasulli gli 007 sperano di distrarre il nemico permettendo alle truppe di sbarcare.
L’arma dell’inganno è un film di spionaggio diretto da John Madden. Il regista confeziona cinema classico prestando particolare attenzione a ritmo e ricostruzioni storiche. Una trama sviluppata in maniera discreta fa de L’arte un prodotto di grande intrattenimento che unisce l’azione al resoconto storico. Colin Firth guida un cast di professionisti, quali Matthew Mcfayden e Kelly Mcdonald, esperti nel dar vita a una drammatizzazione degli avvenimenti senza virare eccessivamente nel tragico. Tratto da un saggio dello storico Ben Mecintyre il film procede nell’assoluto rispetto degli stilemi dimostrando spessore nella spy story.
Dialoghi veloci e aderenti al reale creano una storia ricca di suspense, dove la cronaca di un azzardo non perde attendibilità. Rifacimento de L’uomo che non c’era il film dimostra ancora una volta l’abilità del cinema inglese nel costruire storie di guerra mescolando amore, morte e decisioni irrevocabili con buona maestria. Ne L’arma dell’inganno la guerra viene affrontata solo di sponda, come da regola, scelta comprensibile al fine di non perdere l’attenzione per la missione. Anche il triangolo amoroso ha uno sviluppo superficiale come dovrebbe essere in tempi dove il sentimento personale non è consigliabile. Un sapore di piacevole già visto aleggia qua e la ma non disturba il risultato finale. Due ore di passione garantita aspettano il pubblico in sala per un prodotto in grado di compiacere senza essere indimenticabile.