Il Regno Unito non sarebbe l’unico paese europeo ad aver respinto forzatamente i richiedenti asilo. Da un’indagine congiunta di Lighthouse Reports, Der Spiegel, SRF Rundschau, Republik e Le Monde basata su dati Frontex forniti da FoI emergerebbe che nel database dei rapporti dell’agenzia, chiamato Jora, sono riportati diversi casi di respingimenti di richiedenti asilo nel mar Egeo. Respingimenti etichettati dai funzionari come “prevenzione della partenza”. Secondo i dati di Frontex sarebbero almeno 145 i casi etichettati come “prevenzione della partenza” tra il 2020 e il 2021, ma secondo l’inchiesta giornalistica sarebbero molti di più: quasi mille. In almeno 22 di questi casi, i migranti (dichiaratisi richiedenti asilo) sarebbero stati tolti dai gommoni, fatti salire su zattere di salvataggio greche e lasciati alla deriva in mare. A maggio dello scorso anno, alcuni di loro, sbarcati sull’isola greca di Lesbo aveva contattato l’Ong norvegese Aegean Boat Report e fornito foto (e un messaggio WhatsApp) in cui veniva mostrata la loro posizione vicino alla capitale dell’isola, Mitilene.
In attesa di chiarire tutta la situazione l’UE ha congelato parte delle somme destinate al programma. Frontex, l’agenzia meglio finanziata dell’UE (con un budget di 758 milioni di euro), sarebbe indagata per precedenti accuse di complicità con le autorità greche in respingimenti illegali di richiedenti asilo (cosa che l’organizzazione ha negato). Tineke Strik, eurodeputata olandese e membro del gruppo di lavoro sul controllo di Frontex, ha chiesto la sospensione delle operazioni dell’agenzia di frontiera in Grecia. “Era necessario un cambiamento fondamentale nella cultura” dell’agenzia di frontiera dell’UE, ha dichiarato la Strik. Secondo l’eurodeputata, il capo di Frontex, Leggeri, avrebbe “perso credibilità”. Da mesi Leggeri è sotto pressione: l’anno scorso, l’OLAF, l’organismo di vigilanza anti-frode dell’UE, aveva aperto un’indagine sulle accuse di respingimenti, molestie e comportamenti scorretti. A marzo 2022, l’OLAF avrebbe dichiarato che “tre membri dell’alta dirigenza deliberatamente non hanno classificato i casi di respingimento come violazioni dei diritti umani” (secondo quanto riportato da Der Spiegel). L’OLAF ha raccomandato al consiglio di amministrazione di Frontex di intraprendere azioni disciplinari contro i tre e ha presentato un rapporto di 200 pagine. Ma l’identità dei tre alti dirigenti non è stata ancora rivelata. “[Frontex] dovrebbe sospendere le operazioni in Grecia”, ha detto la Strik. “Abbiamo così tanti rapporti credibili da autorità come l’ONU e il Consiglio europeo, che dicono tutti che i respingimenti sono sistematici. Bisogna fare di più, altrimenti si diventa parte delle violazioni e complici”. Frontex ha risposto di non avere il potere di indagare sulle azioni compiute dai singoli governi e di aver “garantito e promosso il rispetto dei diritti fondamentali in tutte le sue attività di gestione delle frontiere”. In una dichiarazione, l’agenzia ha aggiunto: “I diritti fondamentali, compreso il rispetto del principio di non respingimento, sono al centro di tutte le attività dell’agenzia”.
Della vicenda ha parlato anche Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze greco, che ha twittato che le dimissioni di Leggeri non sarebbero “abbastanza”: “Leggeri e i suoi colleghi dovrebbero essere perseguiti per crimini contro l’umanità. Accanto ai politici che hanno incoraggiato questa orribile politica”.
Negli ultimi anni, sono state molteplici le segnalazioni da parte di parlamentari e giornalisti investigativi dell’UE che affermavano che i funzionari di Frontex erano inclini a chiudere un occhio sui respingimenti. E Fabrice Leggeri è stato accusato di tollerare, nascondere o tacere sui respingimenti (ma si è sempre dichiarato estraneo ai fatti). Per questo il 20 Aprile scorso il capo di Frontex ha rassegnato le proprie dimissioni. Steffen Lüdke su Twitter: “Following our investigations, #Frontex Director Fabrice #Leggeri has offered his resignation and communicated his decision to the Management Board, according to our info. // @derspiegel @LHreports Management Board met at 11am this morning to discuss. More soon. https://t.co/8HOLZTPhDQ” / Twitter
Fonti di Frontex hanno dichiarato che i respingimenti illegali nell’Egeo a volte finiscono nel database Jora come “prevenzione della partenza”. Ma sia la Grecia che Frontex hanno sempre negato le accuse di respingimenti affermando che i funzionari hanno rispettato i diritti umani.
Il non-respingimento è uno dei principi fondamentali alla base del diritto internazionale dei rifugiati: una persona che richiede protezione non può essere rimpatriata con la forza in un luogo in cui dovrà affrontare un danno. E questo gli operatori di Frontex e gli operatori al confine dovrebbero saperlo bene. Non solo in Grecia ma in tutto il mondo.
Foto: osservatoriodiritti.it