Amare essere amati, come suggerisce il titolo, è poesia d’amore, la più difficile, la più complessa, la più ricca di trabocchetti, secondo Rilke. Non è difficile cadere nel già detto e nel banale quando si parla d’amore, in tutte le sue mille sfaccettature, cosa che Vincenzo Lisciani Petrini si guarda bene dal fare, scegliendo con cura vocaboli e assonanze, immagini evocative, metafore e sensazioni. Prefazione colta e sopraffina di Gabriele Dadati, che parla di un canzoniere affettivo (rectius, una partitura affettiva), di rime fatte di dettagli inattesi ed enjembement vibranti e memorabili, di un libro al tempo stesso nitido (nei singoli momenti) e confuso (nella sua architettura), crepuscolare e novecentesco. Condivido tutto quel che scrive il forbito collega, persino il rimando a Caproni, poeta irrinunciabile (per me insieme a Pavese e Pasolini) per chi voglia fare poesia in questi tristi anni Duemila. Amare essere amati si compone di un Prologo, di sette sezioni (Prima fine, Asini volanti, Palinsesti per adulti mancati, Seconda fine, Amare essere amati, Terza fine, Coda) e una Dedica. La nota critica di Michele Bordini rimanda ai rischi insiti nel fatto di scrivere poesia d’amore, sfida che Petrini vince alla grande, forse avvalendosi della sua passione per la musica e per la lirica, risalendo allo studio di Corazzini, Gozzano, Esenin, Leopardi, Montale e Palazzeschi. Leggiamo qualche verso per capire a fondo stile e tematiche.
Imbianca il viso dei celesti approdi:
la luna è un santuario sconsacrato da decenni.
Affresco cittadino sono trecenteschi paesaggi
con trionfo di caccie e fumi d’automobili equine
lanciate a galoppo oltre il limite della rincorsa.
Si perdono all’improvviso, spariscono …
La nebulosa fa gemma dei gas e si rigenera stella.
Uno squarcio profondo resta nel cielo.
(Incidente spaziale, da Asini volanti)
Amare, essere amati.
Innamorare, innamorarsi.
Possibile che a un punto sia il tutto e poi il niente?
Noiose le ore, scorrono lente. Poi di corsa.
Si raccolgono da terra i cocci volta a volta
al minimo sussulto, e niente di niente,
sul cuore ognuno conta croci dimentica voci
e prega senza poter pensare ad altro altro mai non sperando.
“A cosa mai servirà insistere tanto”? “A niente … amare serve solo ad amare”.
(Passim, da Amare essere amati)
Ti penso e sei una città sconosciuta apparsa veloce dai fari dell’auto inutile e misteriosa col suo nome senza storia a grandi lettere terribile per un solo istante un nome non più riletto, un nome senza vita tuo, di te avuta e abbandonata, sbalzata nel bianco e poi lasciata alle spalle con noncuranza chilometro dopo chilometro. (Di notte, da Amare essere amati)
Un libro di vera poesia contemporanea che si abbevera ai grandi classici del Novecento, tra echi di lirica crepuscolare e poesia d’amore, temi che ricordano Caproni e Montale, strofe musicali e ricercate, inclini alla poesia – racconto, persino al romanzo in versi.