A poco più di un anno di distanza dalla scomparsa di Luciano Ventrone avvenuta il 16 aprile 2021, la Fondazione Luciano Ventrone e Miranda Gibilisco apre per la prima volta al pubblico, a partire dal 1 luglio quella che fu la dimora del grande pittore italiano attivo tra la seconda metà del Novecento e i primi anni del Duemila, inaugurando la “Casa-Museo Luciano Ventrone” a Collelongo. Un’occasione per conoscere l’enorme lascito di un artista che ha attraversato oltre mezzo secolo, passando alla storia dell’arte come il Caravaggio del XX secolo– come lo definì il grande critico Federico Zeri, per via della sue nature morte “sapientemente violente”.
«La Casa-Museo di LucianoVentrone esalta il suo universo caleidoscopico e sperimentale. Una visione dell’arte a 360 gradi, uno stile personalissimo sintetizzabile nella formula forma + colore = luce, sorprendentemente attuale e di grande ispirazione per gli artisti contemporanei, a partire da coloro che scelgono il linguaggio pittorico». Afferma la Presidente della Fondazione Luciano Ventrone e Miranda Gibilisco ETS e vedova dell’artista, Miranda Gibilisco.
A Collelongo, il piccolo paese di montagna in provincia di L’Aquila adagiato su una Valle che dal Fucino risale fino al Parco Nazionale d’Abruzzo, il celebre artista romano stabilì il suo atelier preferito dove hanno visto la luce la maggior parte dei suoi dipinti che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, a partire dalle sue ormai iconiche nature morte.
La Casa-Museo inaugura con un allestimento dedicato, un programmadi visite guidate gratuite su prenotazione e un programma di iniziative in collaborazione con le istituzioni del territorio che da subito ne animeranno la vita con attività educative, corsi di pittura, e progetti di residenze d’artista.
Poco meno di trent’anni fa Luciano Ventrone (1942-2021) ha costruito a Collelongo la sua abitazione partendo dal suo studio dai soffitti altissimi e la parete a vetri affacciata sulle montagne. Si tratta di un vero e proprio laboratorio di sperimentazione attraversato da un tavolo di diversi metri interamente ricoperto da una collezione di colori a olio provenienti da ogni parte del mondo, tra cui moltissimi ormai rari e fuori produzione. Le pareti tutt’intorno sono oggi tappezzate da dipinti che ricostruiscono i quasi sessant’anni di ricerca dell’artista, contribuendo a creare un unico e caleidoscopico progetto di ricostruzione totale della sua opera.
Tra le opere che si potranno ammirare, esposte al pubblico per la prima volta, figurano dei veri e propri “scoop”. È il caso di uno dei primi dipinti eseguiti da Luciano Ventrone alla giovane età di quattordici anni: una veduta del Lago di Thun (dove le Alpi cedono il passo all’Oberland Bernese) ripresa da una cartolina, lavoro rinvenuto recentemente che lascia letteralmente a bocca aperta per il precocissimo talento compositivo e la già sorprendente conoscenza e padronanza della tavolozza dei colori.
Nella visita un’altra grande emozione arriva di fronte all’ultimo lavoro eseguito dall’artista, la tela dal titolo Galassie, una grande natura morta di 90 x 130 cm, ultimata ma senza la firma dell’artista morto prima di poterla apporre.
Appena varcato l’ingresso dello studio di Luciano Ventrone si rimane, poi, rapiti da una grande tela con una natura morta in anamorfosi dei primi anni ottanta, già proveniente dalla rinomata Galleria Il Gabbiano di Roma e da poco tempo riacquisita dalla vedova dell’artista da un collezionista statunitense. Le anamorfosi sono lavori che richiedono un vero e proprio virtuosismo compositivo per la loro realizzazione, in quanto sono inganni ottici, rappresentazioni che divengono comprensibili all’occhio solo con l’impiego di uno specchio o con la veduta radente dell’opera da parte dello spettatore.
Una volta entrati accoglie i visitatori e sembra invitarli a continuare il percorso una serie di dipinti inediti degli anni settanta ispirati al mondo della fantascienza di cui l’artista era un grande appassionato, in particolare alla letteratura di Isaac Asimov e da 2001: Odissea nello spazio, il grande capolavoro diretto da Stanley Kubrick considerato uno dei cult della science fiction cinematografica.
Il percorso espositivo comprende anche i bozzetti di alcune delle celebri “sfide” rivolte da Ventrone a Caravaggio oggi sparse in collezioni private: si tratta della riproduzione di alcuni capolavori del grande pittore della luce in anamorfosi riflessi sulle lampadine, eseguiti nei primi anni ottanta.
La Casa-Museo custodisce anche i lavori fotografici di Miranda Gibilisco (Siracusa, 1953) che ha raccolto negli anni più di 30.000 scatti realizzati nei viaggi tra mari, deserti, culture e mondi sempre nuovi, esposti in diverse rassegne d’arte in Italia e all’estero. Sposata in giovanissima età con Ventrone, Miranda ne ha seguito costantemente l’attività. Le sue prime fotografie da professionista rappresentano proprio l’esito della collaborazione con il marito, di cui accompagna il lavoro per oltre cinquant’anni, preparando come fotografa i set in cui lui avrebbe realizzato le sue opere.
Collelongo (AQ) rappresenta un’importante meta turistica sia per la sua eredità archeologica sia per la sua posizione geografica compresa nei limiti di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo. Il grande borgo è caratterizzato da ampi scorci naturali di rilevante interesse biologico e paesaggistico con una variegata presenza floristica e faunistica. È un’isola in mezzo alla storia e alla natura che offre ai suoi abitanti e ai numerosi visitatori una risposta completa alle esigenze di cultura e tempo libero.
Nasce a Roma nel 1942 dove frequenta il liceo artistico e, dopo il diploma conseguito nel 1964, si iscrive alla facoltà di architettura che frequenterà sino al 1968, anno in cui decide di abbandonare gli studi per dedicarsi interamente alla pittura.
Il percorso della sua pratica artistica, lungo quasi sessant’anni di attività, parte dagli esordi con le sperimentazioni geometriche, passando per l’informale e l’arte programmata, fino alla sua lunga ricerca sui vari aspetti della Natura con il suo personale “realismo-astrattismo” per il quale è diventato famoso in tutto il mondo. Come l’artista ripeteva spesso: «Lo studio della pittura non è la mera rappresentazione dell’oggetto ma è colore e luce: i giusti rapporti fra le due cose danno la forma nello spazio. Il soggetto non va visto come tale, ma astrattamente». È questa sua ricerca dell’invisibile che ha destato nei decenni l’attenzione di critici e storici dell’arte, da Federico Zeri a Giorgio Soavi, Roberto Tassi, Achille Bonito Oliva, Vittorio Sgarbi, Marco Di Capua, Antonello Trombadori, Edward Lucie-Smith, Angelo Crespi, Beatrice Buscaroli, Evgenia Petrova, Victoria Noel-Johnson.
Luciano Ventrone si è spento nella sua Collelongo (AQ) il 16 aprile 2021.
Il 16 giugno 2021 è stata costituita la Fondazione Luciano Ventrone e Miranda Gibilisco ETS per promuovere, sostenere e diffondere la conoscenza, lo studio e l’opera dell’ingegno di Luciano Ventrone. Tra le prime iniziative svolte dalla Fondazione, vedrà la luce nel mese di gennaio 2023 il Catalogo generale ragionato delle operedell’artista riconosciute autentiche, che sarà edito da SKIRA e avrà distribuzione internazionale.
La Casa-Museo di Luciano Ventrone sarà ufficialmente aperta dal 1° luglio2022 su appuntamento, prenotandosi nell’apposita sezione del sito fondazionelucianoventroneemirandagibilisco.org
Il biglietto d’ingresso sarà ridotto per gli abitanti dell’Abruzzo. Le visite saranno arricchite da un servizio di mediazione culturale a cura dell’Ufficio Educazione della Fondazione Luciano Ventrone e Miranda Gibilisco ETSche rende la visita al museo un’esperienza attiva e partecipata.
Grande attenzione sarà riservata all’offerta formativa: a partire dai workshop di pittura contemporanea che saranno svolti dagli ex allievi di Luciano Ventrone.