Il coniglio mannaro travestito da topo

Articolo di Gordiano Lupi

C’era una volta un coniglio mannaro travestito da topo, sceso nella città dell’acciaio per raccontare un destino già scritto in cambio di presunti regali, ma temeva di parlare col popolo. Troppo difficile affrontare un’assemblea con la gente pronta a dissentire, meglio l’aria condizionata d’un consiglio comunale blindato da camionette di polizia e carabinieri. Meglio rifiutare di affrontare il popolo. Proprio quel popolo che ha manifestato pacificamente – certo con epiteti coloriti, molto livornesi – dalle due alle otto del pomeriggio sotto un sole inclemente. Proprio quel popolo che i padri di Giani, politici del Partito Comunista Italiano di lui neppure parenti, affrontavano quotidianamente. Proprio quel popolo che Togliatti e Berlinguer conoscevano bene, perché servitori del popolo. Il coniglio mannaro travestito da topo, invece, era venuto nella città dell’acciaio a raccontare un futuro di pericoli e mare inquinato, turismo perduto, delfini e balene scomparse, coltivazioni ittiche smarrite, in cambio d’una una nave bomba attraccata in porto. E quel popolo lo aspettava, voleva dire quel che pensava di lui, non altro, era un diritto del popolo, ma è rimasto deluso, anche se chiedeva uno scontro civile in un luogo pubblico, ché il Consiglio Comunale è la casa dei cittadini, non la casa del potere. Un pomeriggio dove tutti hanno perso, non solo la città dell’acciaio, più di tutti ha perso il coniglio mannaro travestito da topo, scappato da una fogna grazie a forze dell’ordine e politici locali, senza affrontare l’ira del popolo. Tu pensa, coniglio mannaro, volevamo soltanto dirti quanto sia spregevole vendere un territorio in cambio di potere, cedere mare e bellezza per sporco denaro. Sei stato così vile da fuggire, in giacca e cravatta, per le vie del centro storico, pensa quant’eri buffo, per chi ti ha visto correre mentre una ragazzina di vent’anni t’inseguiva e voleva dirti che eri un coniglio, neppure mannaro, così ridicolo non facevi paura, travestito da topo, cercavi una fogna per nasconderti, facevi solo pena. Avresti fatto meglio ad affrontare il popolo, ma dovevamo immaginarlo che non l’avresti mai fatto, gli arroganti temono il popolo, fieri e presuntuosi decidono e scappano, con la pancia piena. Questa volta, nella città dell’acciaio, il boccone ti sarà andato di traverso.  Era formaggio in una trappola per topi.

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