Sulla lingua di questo tempo: un augurio al professore Serianni

Articolo di Pietro Salvatore Reina

In questi ultimi decenni di globalizzazione stiamo vivendo – e tanti antropologi, sociologi da tempo ne studiano, analizzano le cause, gli sviluppi – una «crisi di sistema» che investe le nostre vite e che ci fa sperimentare nuovi modelli di comportamenti, nuove gerarchie di valori (e dis-valori), nuovi saperi, ecc… Una «crisi di sistema» che innanzitutto colpisce la nostra lingua. Una crisi che si inscrive (inscriverebbe) in una crisi più generale del linguaggio, dei linguaggi.

Già a metà degli anni Ottanta lo scrittore italiano Italo Calvino (1923-1985) in Lezioni americane (scritte nel 1984 e pubblicate a cura della moglie, dopo l’improvvisa scomparsa dell’autore) denuncia la «deriva del linguaggio»: un uso delle parole e di un linguaggio sciatto, impreciso, banale, furbesco, truffaldino e corruttore, stereotipato e kitsch, specchio fedele di una crisi di civiltà. Le patologie del linguaggio – sempre più in aumento, osserva con acume Massimo Cacciari (cfr. Introduzione a «Ripensare l’Umanesimo» in Umanisti italiani. Pensiero e destino, Einaudi, 2016) – sono spia delle malattie morali che svuotano dall’interno le società.

Il grande Aristotele ci insegna – nel classico Politica ma non solo – che la natura umana si fonda sul lògos,

In questo preciso momento storico parlare, scrivere, riflettere sulla lingua non può non far pensare al professore Luca Serianni che da ieri, causa un incidente stradale, è in coma al san Camillo di Roma. Nello stesso ospedale solo tre anni fa moriva Andrea Camilleri. Alcuni mesi prima di morire Camilleri – allarmato di un clima sempre più caratterizzato da odio, intolleranza – in un’intervista ha detto: «Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole sono pietre, possono essere pallottole. Bisogna saper pesare il peso delle parole e soprattutto far cessare il vento dell’odio che è veramente atroce. Lo si sente palpabile attorno a noi. Ma perché l’altro è diverso da me? L’altro non è altro che me allo specchio […] le parole hanno il potere di cambiare il mondo, ma con la stessa facilità possono distruggerlo».

Il professore Luca Serianni, un grande maestro della linguistica, nei suoi libri, articoli, nelle sue lezioni, nella sua vita, nelle sue lezioni di vita insegna con saggezza e umiltà non solo l’evoluzione della nostra lingua ma attraverso questa disciplina, sostanziandola con fatti (non solo linguistici) e esempi, ci fa capire e comprendere l’evoluzione della nostra società.

In attesa dell’evoluzione delle condizioni del nostro storico della lingua italiana speriamo anche che le nostre possibilità di comunicazioni possano essere consapevoli del fatto che noi usiamo e parliamo la «più bella lingua del mondo» (Stefano Jossa).

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