Sceriffo in crisi di mezza età s’innamora della figlia di alcuni distillatori abusivi. La cittadina in cui lavora l’uomo è sopita e soporifera. Moglie stile casa e chiesa e figlia poco sveglia completano in quadro in cui l’anziano ufficiale vive le sue giornate. La relazione con la ragazza potrebbe essere quello scopo che latita da qualche tempo, sfortunatamente lei non è della stessa idea.
Un uomo senza scampo è un film del 1970 diretto da John Frankenheimer con protagonista Gregory Peck. Il regista propone un ritratto onesto della condizione in cui diversi individui si trovano quando gli scopi latitano e la quiete si trasforma in disperazione. Il ritratto che esce dal film è profondamente umano e onesto nel descrivere i dettagli che accompagnano la discesa di un uomo che non vede via d’uscita dalla sua condizione. Come nel miglior cinema western Peck rappresenta tutte quelle persone nascoste dietro una spendibilità sociale fatta soprattutto di rinunce.
I dialoghi che lo sceriffo ha con il padre, ormai demente, e la moglie sono un pugno nello stomaco in grado di scuotere qualsiasi anima pensante. L’assenza di obiettivi causa quella morte anticipata in cui tutti gli abitanti della città sono caduti. Un uomo senza scampo è il ritratto di una provincia americana priva di sogni e di una fase della vita, dove l’accettazione lascia spazio alla speranza. Un evento che il regista sceglie di tenere tenue per costruirne la storia d’amore che il protagonista vivrà solo nella sua mente. Ottima l’interpretazione di Peck e comprimari che riescono a comunicare le frustrazioni personali facendole diventare collettive tramite una pallida e ipocrita socializzazione.
Il procedere lento del film ne esalta i contorni attraverso un’analisi trasversale di individui e convenzioni date per assolute. L’angolo di mondo che esce dalla vicenda è lucido nello squallore di un individualismo dal sorriso sulla bocca. Nessuno esce bene da Un uomo senza scampo soprattutto il protagonista distrutto da invidie e frustrazioni collettive Cinema che sconfina nella letteratura e ne esce arricchito così come ogni spettatore.