C’erano tutti, ancora una volta, in piazza Bovio, luogo simbolo della protesta. C’erano tutti con le bandiere e senza, forse erano più i cittadini comuni dei politici, visto che son vicine le elezioni e molti hanno difficoltà a dividere nazionale da locale, non sanno da quale parte stare. Noi senza partito c’eravamo e a un certo punto ci hanno dato fastidio le bandiere con la fiamma tricolore del vecchio Movimento Sociale ben disposte dietro al sindaco mentre parlava in TV (intervistato da La Sette) e dal palco. Per fortuna l’ha capito anche il buon Ferrari che ha invitato i portatori di bandiera a mettersi tra la gente e non alle sue spalle, quindi si è lasciato andare a un discorso di lotta, deciso e preciso, nonostante pure lui non abbia ancora capito da che parte stia (a livello nazionale) il suo movimento. Qui, diciamo la verità, Ferrari sta interpretando il suo ruolo al meglio, noi che non gli abbiamo mai risparmiato critiche, dobbiamo dire che questa battaglia la sta conducendo con le armi della logica e del buon senso. Ieri sera, davanti a una folla che lo inneggiava e che non ha mancato di esprimere dissenso nei confronti di Giani, ha detto che saranno seguite tutte le procedure giuridiche possibili per impedire questa ingiustizia ai danni di Piombino e che è stata assoldata una task-force di tecnici e di legali per studiare e affrontare il caso. Intervento molto interessante anche quello del giornalista Stefano Tamburini, forse non per caso ex direttore de Il Tirreno, che ha sviscerato la problematica Nimby, dimostrando come Piombino è sempre stata disponibile ad accogliere nel suo giardino industrie e centrali, persino una nave piena di malati di Covid (che nessuno voleva) durante la pandemia. Adesso, però, non può ospitare una nave – bomba in un piccolo porto, a duecento metri da un imbarco traghetti e a cinquecento dalle prime abitazioni; non può permettersi di modificare l’ecosistema marino e di mandare all’aria tutta la florida industria ittica; non può pensare di rinunciare al tempo e agli investimenti fatti per il turismo.
Piombino vede alleati in questa lotta sia Follonica che Portoferraio, i primi danneggiati per turismo e coltivazioni ittiche, i secondi consapevoli che in caso di mare mosso il rigassificatore dovrebbe attraccare nell’ancor più piccolo porto del capoluogo elbano. Inoltre, ogni volta che arriverà la nave con il gas liquido si dovranno sospendere per 4 ore le corse dei traghetti. Tutte le forze politiche contrarie si sono avvicendate per elencare problemi e pericoli di tale operazione, ovvia la mancanza della Regione Toscana con il suo Presidente, sia della lista Calenda che di Italia Viva. Non ci spieghiamo l’assenza del Pd e del sindacato, sempre più distanti dalla gente, non compendiamo perché Gianni Anselmi (eletto in Regione da questo territorio) non voglia parlare in pubblico. Rifondazione Comunista era presente solo con i rappresentati di lista (schierati con Unione Popolare), perché impegnata nella gestione della festa di partito alla Pinetina di Riotorto; c’erano poche bandiere, disposte accanto a quelle della destra, in un’insolita (e quasi aberrante) unione che dovrebbe far pensare sulle ragioni del popolo. I movimenti promotori, vera anima della protesta, hanno fatto il quadro dei lavori e hanno pensato bene di invitare tutte le forze politiche a una prossima riunione, nel corso della quale dovranno esprimere la loro posizione ufficiale. I soliti noti, ormai lo sappiamo bene, mancheranno l’appuntamento. E noi li puniremo, non votandoli.