Ai funerali, a tutti i funerali i fotoreporter cercano sempre il dolore. Lo so, può sembrare disumano, ma è così. Noi, quando ci mandavano ai funerali di qualsiasi persona, uomo, donna o bambino che sia ci ordinavano di cercare il dolore. E noi obbedivamo e lo trovavamo. Perchè è giusto così, perche solo così si scuotono le coscienze. Sul momento può sembrare cinico, ma guardate questa foto, dopo oltre trent’ anni fa riflettere. E se non fosse stata scattata per “pudore” o perché “non è giusto”, su cosa rifletteremmo oggi?
“Io, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani – Vito mio – battezzata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato – lo Stato… – chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c’è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, però, se avete il coraggio… di cambiare… loro non cambiano. Loro non cambiano, loro non cambiano… No. Aspetta, aspetta, no… Di cambiare radicalmente i vostri progetti, progetti mortali che avete. Tornate a essere cristiani. Per questo preghiamo nel nome del Signore che ha detto sulla croce: “Padre perdona loro perché loro non lo sanno quello che fanno”. Pertanto vi chiediamo
per la nostra città di Palermo [pianto] che avete reso questa città sangue, città di sangue. Vi chiediamo per la città di Palermo, Signore, che avete reso città di sangue – troppo sangue – di operare anche voi per la pace, la giustizia, la speranza e l’amore per tutti. Non c’è amore, non ce n’è amore, non c’è amore per niente!