Accadde al commissariato (1954), uno spaccato della società italiana dei primi anni Cinquanta

Articolo di Gordiano Lupi

Regia: Giorgio Simonelli. Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Grimaldi, Ruggero Maccari, Ettore Scola e Vincenzo Talarico. Interpreti: Nino Taranto, Alberto Sordi, Walter Chiari, Lucia Bosé, Carlo Dapporto, Lauretta Masiero, Riccardo Billi, Mario Riva, Mara Berni, Turi Pandolfini, Carlo Romano, Anna Campori, Alberto Sorrentino, Gina Mascetti.

Giorgio Simonelli (1901 – 1966) è un regista specializzato in pellicole comiche e parodie, attivo sin dagli anni Trenta, spesso impegnato a dirigere Totò, Eduardo e Peppino De Filippo, Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Macario e negli anni Sessanta la coppia comica Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Simonelli è uno dei registi più prolifici e meno considerati del cinema italiano. Tra i suoi film più divertenti citiamo: Due cuori tra le belve (1943), Non mi muovo! (1943), La paura fa 90 (1951), Io, Amleto (1952), Un dollaro di fifa (1960), I magnifici tre (1961), I due mafiosi (1963), Due mafiosi contro Goldginger (1963).

Accadde al commissariato (1954) è forse il miglior lavoro di Giorgio Simonelli, perché non si limita a girare una serie di episodi comici dotati di buon ritmo, ma cerca di realizzare uno spaccato della società italiana dei primi anni Cinquanta. Molto bravi gli attori. Nino Taranto è un commissario napoletano, preoccupato per il possibile furto della sua 1100 nuova e infastidito dai casi che deve risolvere. Alberto Sordi è un esilarante venditore di bolle di sapone che per attirare i clienti gira per le strade di Roma indossando la gonna. Il personaggio non è una novità, ma viene ripreso dalla rivista E lui dice!. Sordi è il solito italiano medio, truffatore e bugiardo, che si spaccia per nobile decaduto mentre è solo un modesto venditore ambulante. Riccardo Billi e Mario Riva sono due simpatici crumiri che approfittano di uno sciopero per fare un po’ di soldi con un trasporto illegale.  Walter Chiari, Carlo Dapporto, Lucia Bosé e Lauretta Masiero danno vita agli altri episodi che vedono il litigio di una coppia di sposi, una compagnia di rivista abbandonata dall’amministratore e un bambino abbandonato. Lo schema è simile a Un giorno in pretura (1954) di Steno, solo che invece del giudice Peppino De Filippo abbiamo il commissario Nino Taranto chiamato a giudicare su casi di varia umanità. Il livello è inferiore, ma interpretazioni esilaranti come quella di Sordi, fanno perdonare alcune ingenuità di scrittura.

Giudizi critici. Paolo Mereghetti (due stelle): “Ritratto un po’ scontato della società italiana a metà degli anni Cinquanta. Su tutti l’episodio con Sordi che ripropone un personaggio inventato per la rivista E lui dice!, il venditore ambulante di bolle di sapone che gira con la gonna per attira i clienti: spassosissimo”. Morando Morandini (due stelle la critica, tre stelle il pubblico): “Film a episodi mimetizzato. Un Sordi strepitoso nel personaggio del venditore ambulante di bolle di sapone”. Pino Farinotti conferma un giudizio da due stelle ma senza motivare. 

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