Aiuti USA-Ucraina: la visita di Zelensky non è stata inutile

Articolo di C. Alessandro Mauceri

La visita di Zelensky negli USA non è stata inutile: il presidente ucraino lascerà l’America, suo principale alleato nella guerra contro la Russia, con la promessa di nuovi aiuti per quasi due miliardi di dollari. Un impegno di spesa che, secondo il dipartimento della Difesa, rappresenta il “più grande invio singolo di armi e equipaggiamento militare”.  Soldi che si aggiungono a 1,1 miliardi di dollari promessi dagli USA alla fine di settembre e al miliardo di dollari in aiuti militari all’Ucraina decisi ad agosto, un “pacchetto” che comprendeva sistemi missilistici Himars, missili terra-aria, dispositivi anticarro Javelin e altro ancora.

Complessivamente sarebbero una ventina i provvedimenti dell’amministrazione Biden per concedere “aiuti” all’Ucraina dall’inizio della guerra. Armi e armamenti più volte richiesti dal presidente ucraino. “Più a lungo dura la guerra”, ha detto nei giorni scorsi Zelensky in un discorso al fianco del presidente americano Joe Biden, “più a lungo dura questa aggressione, ci saranno più genitori che vivranno per amore della rivalsa, o vendetta”. Un atteggiamento tutt’altro che pacifista.

L’impegno economico in armi e armamenti da inviare in Ucraina potrebbe addirittura aumentare il prossimo anno. Già si parla di un nuovo pacchetto di decine di miliardi di dollari. A questi aiuti si devono aggiungere un prestito europeo di 18 miliardi di euro, (in questo caso per aiutare nella ricostruzione delle infrastrutture civili distrutte) e i miliardi stanziati dai paesi del G20.

Solo nel 2022, gli Stati Uniti d’America avrebbero concesso “aiuti” (se così si possono definire armi e armamenti) per oltre 10 miliardi di dollari.

Quello che non ha detto nessuno è dove l’amministrazione Biden potrebbe aver preso questi soldi. In buona parte potrebbero derivare dal non aver mantenuto la promessa fatta dagli USA ai paesi più poveri della Terra di aiutarli per consentire loro di effettuare la necessariatransizione ecologicae affrancarsi dall’uso di combustibili fossili. Gli aiuti promessi da presidente USA ammontavano in origine a 11,4 miliardi di dollari. Gli stanziamenti previsti dal Congresso degli Stati Uniti dovrebbero limitarsi a un decimo: circa un miliardo di dollari. Anche la cifra di  3,4 miliardi di dollari di cui si era parlato e che sarebbe servita a finanziare vari programmi di contrasto ai cambiamenti climatici è scomparsa.

La Casa Bianca ha scaricato la responsabilità di questi tagli sui parlamentari repubblicani, che hanno dichiarato apertamente di voler contrastare un progetto improntato, a loro modo di vedere, a forme di “politiche ambientali e climatiche radicali”. Ma in realtà anche la stessa proposta avanzata dai democratici risultava distante dall’ipotesi di Biden.

Già lo scorso anno le proposte avanzate da Biden in termini di aiuti alle nazioni più povere e vulnerabili erano state ampiamente “tagliate” dai parlamentari. Al punto che alcuni ambientalisti americani avevano parlato di incapacità della Casa Bianca di mantenere le promesse fatte. A cominciare da quella di Biden di “restituire agli Stati Uniti un ruolo di guida nella lotta al riscaldamento globale”, dopo gli anni neri di Donald Trump.

Ora, dopo aver visto dove sono finiti i fondi che erano destinati a far fronte alle emergenze climatiche, non sembrano esserci più dubbi su quali siano i veri obiettivi politici del presidente. Tutto questo mentre a New York e in molte altre parti del paese, milioni di persone non riescono a far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Solo nella “grande mela” sono quasi una ventina le persone che hanno perso la vita a causa dell’ondata di freddo. Molti di loro sarebbero ancora vivi se la Casa Bianca, invece di mandare decine di miliardi di dollari in armi per una guerra nella quale finge di non essere coinvolta, avesse attivato le misure di emergenza previste. E promesse (anche agli elettori).

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