“Aldo Orsini – La mia voce”, un libro che va letto

Articolo di Gordiano Lupi

Ci sono dei libri che hanno il potere di evocare ricordi. Il volume che Fabio Demi dedica ad Aldo Orsini è uno di questi. Almeno per me che Pisa l’ho nel cuore e che – pur nato a Piombino, provincia di Livorno per errore – con Pisa ho dovuto fare i conti, da studente e per lavoro, trascorrendo sotto la Torre ben quindici anni della mia vita. Piombino era degli Appiani, d’altra parte, nativi di Ponsacco, Pisa è stata a lungo la nostra provincia e il nostro destino, con la Camera del Lavoro a Volterra e la prefettura nel capoluogo. Soltanto un decreto regio e la volontà di Ciano mise i piombinesi sotto il controllo amministrativo di Livorno, città popolata per accumulo di pirati residenti, striscia di provincia ritagliata dal niente tracciando un segno sulla carta geografica. Aldo Orsini è un pisano del 1954, da sempre nerazzurro, pur se tra Marina di Pisa (dove è nato) e Tirrenia in tanti tifano amaranto; radiocronista provetto dei tempi eroici, quando si commentavano partite attaccando un cavo al telefono più vicino e facendosi contattare dallo studio, oppure ci portavamo appresso un sacchetto di gettoni e si scendeva al bar dello stadio per chiamare. Esperienza vissuta anche dal sottoscritto con Rete Toscana Sud e Radio Piombino Centrale, al seguito del Piombino in Serie D e nei Dilettanti. Radio Monte Serra, Radio Pisa International (quante volte le ho ascoltate da via della Faggiola e da via Santa Lucia, pure in Don Bosco, nel mio appartamento di fronte alla galera!), infine la mitica Radio Quattro. Orsini era il Pisa, sia che disputasse campionati di serie A come di B (con Agroppi una stupenda vittoria ai tempi in cui ero studente universitario), persino di C, quindi serie D ed Eccellenza, nel dopo fallimento. Telecronista preberlusconiano a Canale 55, poi Canale 50, la televisione di Pisa e del Pisa, che dagli anni Ottanta non perde una partita dei calciatori in maglia nerazzurra. La Voce degli Spogliatoi è una sua idea geniale, programma che dura da quarant’anni e che va di pari passo con le milleottocento partite del Pisa che Orsini ha raccontato con passione e trasporto, senza badare alla categoria. Il libro narra la vita di Orsini e fa la storia del Pisa, dal 1978 ai giorni nostri, passando da Barbana a Bergreen, da Cannata a Kieft, soffermandosi su Agroppi, Anconetani e Luis Vinicio. Affacciato al terrazzo della signora Esterina che scopriva l’Arena Garibaldi, il nostro cronista ha iniziato il racconto infinito di vicissitudini stupende e amare (come la vita) al seguito d’una squadra di calcio. Un gran bel libro scritto da Fabio Demi con stile giornalistico (è il suo mestiere, pure se in pensione) e con ricerca accurata di aneddoti ed esperienze storiche. Prefazione di Antonio Scuglia, giornalista del Tirreno, padre del piccolo bomber che ha garantito con un gol all’ultimo minuto, su passaggio dell’esperto Papa, la salvezza 2022/23 al mio Piombino, ché io son nerazzurro come Orsini ma tifo (e faccio cronache sportive) dal Magona, invece che dall’Arena Garibaldi (che un po’ ricorda il nostro piccolo stadio), almeno dal 1968. Se amate il Pisa, Aldo Orsini – La mia voce è un libro che va letto.

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