Alla scoperta della sapienza pedagogica di Dante Alighieri

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il 13 e/o il 14 settembre 1321, settecentodue anni fa, muore nella città di Ravenna Dante Alighieri, il più grande poeta che l’Italia abbia mai avuto.

Nel nostro mondo, «l’aiuola che ci fa tanto feroci» (Paradiso, XXII, 151), socio-culturale caratterizzato dal Postmoderno, l’uomo «incredulo ai grandi racconti della civiltà occidentale e smarrito il proprio centro di gravità permanente, cerca di tener ferma soltanto una verità instabile, che si mostra nella singola situazione storica e che cambia nel tempo: la ragione è debole e non può garantire la fondatezza di un principio uniforme» (G. Vattimo, P.A. Rovatti (a cura di), Il pensiero debole, Feltrinelli, 1983), dalla «liquidità» (B. Zygmut, Moderna liquidità, Laterza, 2002), dal «vuoto» (U. Galimberti, I vizi capitali e i nuovi vizi, Feltrinelli, 2003) e dall’«evaporazione del padre» (J. Lacan; L. Zoja, Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre, Bollati Boringhieri, 2003; M. Recalcati, Il complesso di Telemaco, 2013) qual è lezione che può trasmetterci Dante?

Il Sommo Poeta nelle sue opere, con la sua poesia offre uno spazio simbolico di interazione costituita da un’infinita varietà di registri (lirico, epico, satirico, drammatico, didascalico), una poesia nella quale trova espressione la profondità del suo spirito, l’originalità del suo personale cammino.

Nella Commedia c’è un percorso educativo fondamentale, compiuto per primo da Dante stesso, dal Dante narratore del suo cammin, un cammino esistenziale che si propone come exemplum da seguire. Il viaggio di Dante, osserva il professore Raffaele Mantegazza (Di mondo in mondo. La pedagogia nella Divina Commedia, Castelvecchi, 2017), è un percorso educativo e pedagogico […] il viaggio modifica il viandante nel corpo come nello spirito, anzi costruisce letteralmente un nuovo essere umano, anche più che umano, se si pensa al «trasumanar» (Paradiso I, 70) paradisiaco. La Commedia è la più alta applicazione della metafora del viaggio all’educazione. Il viaggio di Dante è educativo, è pensato fin nei minimi particolari per modificare il viaggiatore.

La grandezza e attualità di Dante emerge anche dalla sua «sapienza pedagogica» (cfr. V. Cappelli, La Divina Commedia. Percorsi e metafore, Jaca Book). L’educazione non riguarda il bambino, l’adolescente ma l’uomo di qualunque età. Dante quando inizia questo cammino ha 35 anni. L’incontro, il cammino alla sequela di Virgilio poi di Beatrice e di san Bernardo fanno emergere un importante aspetto di sapiente pedagogia: la salvezza aggiunge all’uomo dal di fuori, attraverso degli incontri che affascinandoti ti cambiano, ti salvano.

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