“Amore, facciamo scambio?”, un film con una solida sceneggiatura

Articolo di Gordiano Lupi

Happy Few – i pochi fortunati, l’elite – gode di questa infelice denominazione italiana (Amore, facciamo scambio?) che lo fa sembrare una commedia, anzi, quasi una farsa, mentre è cinema erotico puro, con risvolti psicologici drammatici ed esistenziali. Perché il cinema erotico va saputo fare e un tempo anche in Italia il genere andava alla grande grazie a registi come Samperi, Brass, Festa Campanile, persino Ferreri con le sue implicazioni grottesche. Adesso non riesco a citare un nome di autore nazionale che sappia fare buon cinema erotico senza cadere nel ridicolo. Per fortuna ci sono i francesi, allora, che con il bravo Antony Cordier confezionano un gioiellino di pellicola che racconta un riuscito esperimento di scambio di coppie tra due matrimoni che procede nel più completo accordo. Poi, come lo spettatore vedrà, qualcosa non va per il verso giusto, soprattutto perché si viene a sapere che due di loro avevano cominciato prima a fare sesso insieme, senza che gli altri lo sapessero. Il regista transalpino non è noto in Italia, anche sceneggiatore, non molto prolifico, appena tre lungometraggi: il suo ultimo film è Gaspard va al matrimonio (2017), il primo lavoro è intitolato Douches froides (2005), un film adolescenziale. Il film di Cordier, presentato alla 67° Mostra del Cinema di Venezia, è una storia di sesso, realizzata girando scene erotiche credibili, ai limiti del porno, con una recitazione perfetta da parte degli interpreti – soprattutto Marina Foïs e Nicolas Duvauchelle -, ripresi in realistici rapporti carnali. Cordier scrive (insieme a Julie Peyr) e gira un film sul sesso senza sensi di colpa, una parentesi felice nel rapporto matrimoniale ordinario, un duplice incontro che non mina la stabilità coniugale, ma la rafforza, infine si ricorda come una cosa bella, una parentesi di passione e d’amore. La fotografia di Nicolas Gaurin è anticata, rispecchia i temi del cinema erotico, il montaggio di Christel Dewynter è compassato, come materia vuole (103’ che scorrono bene), le musiche di Frédéric Verrières sono romantiche e suggestive con alcuni pezzi classici francesi, la scenografia parigina di Isabelle Tillou non è mai da cartolina. Distribuito al cinema con il titolo originale Happy Few e il sottotitolo Ama chi vuoi – si è visto poco -, solo in televisione con il ridicolo Amore, facciamo scambio? che allontana lo spettatore, intimorito dal fatto che potrebbe pure essere un film di Paolo Ruffini. Da vedere, per riscoprire il piacere del buon cinema erotico, girato con i tempi giusti e sostenuto da una solida sceneggiatura.

Regia: Antony Cordier. Soggetto e Sceneggiatura: Antony Cordier, Julie Peyr. Fotografia: Nicolas Gaurin. Montaggio: Christel Dewynter. Musiche: Frédéric Verrières. Scenografie: Isabelle Tillou. Trucco: Catherine Brouchon. Costumi: Isabelle Pannetier. Produttore: Sébastien K. Lemercier, Pascal Caucheteux. Produttore Esecutivo: Davide Giordano. Casa di Produzuione: Why Not Productions, France 2 Cinéma. Genere: Erotico. Durata: 103’. Paese di Produzione: Francia, 2010. Lingua Originale: Francese. Interpreti: Marina Foïs (Rachel), Élodie Bouchez (Teri), Roschdy Zem (Franck), Nicolas Duvauchelle (Vincent), Jean-Franҫois Stévenin (padre di Rachel), Alexia Stresi (Diane), Blanche Gardin (sorella di Rachel).

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