Anche in Sicilia il progetto sull’aderenza terapeutica di Cittadinanzattiva

Articolo di Domenico Interdonato

In Sicilia Cittadinanzattiva ha aderito al “Progetto sull’Aderenza Terapeudica” lo ha comunicato il segretario regionale Concetto Trifilò, che ha ribadito – Noi come movimento civico abbiamo attenzionato la necessità di pianificare, tenendo conto della particolare estensione geografica dell’Isola, tenendo conto delle condizioni dei pazienti dal punto di vista dei servizi e delle condizioni socio-economiche degli stessi. La collaborazione di tutti è necessaria perché dobbiamo essere in grato di garantire una corretta aderenza alle cure”.  Riportiamo il documento integrale dell’Action Plan della Regione Siciliana – Progetto Aderenza.

La Regione Sicilia ha partecipato attivamente al tavolo regionale sull’Aderenza terapeutica con una serie di stakeholders rappresentati le diverse componenti del mondo della salute. In particolare il confronto con la farmacia territoriale e con i medici ambulatoriali ha garantito una discussione ampia focalizzatasi sulle dimensioni che maggiormente condizionano una piena adesione alle terapie. Il ruolo del Distretto, in collaborazione con la medicina Territoriale ha fornito una visione ampia ed esaustiva delle principali criticità legate ai percorsi di cura dimostrando di avere un tessuto sociale molto attivo e pronto a risponder alle esigenze della popolazione. La riforma della Medicina territoriale, a seguito della approvazione e applicazione del Dm71, rappresenterà per la Sicilia un mezzo di modernizzazione dell’intera offerta di salute e potrà garantire la declinazione di percorsi in grado di garantire benessere in patologia dei pazienti. Il tavolo, particolarmente ricco di spunti, ha focalizzato la propria attenzione sui seguenti elementi: Poli patologia. Il primo aspetto di indagine in merito alla aderenza alle terapie è quello della poli farmacoterapia legata a una condizione poli patologica. Troppo spesso manca una riconciliazione terapeutica e pazienti, spesso anziani, si somministrano decine di farmaci con l’insorgenza di reazioni avverse che contribuiscono alla interruzione volontaria della terapia stessa. Ascolto del paziente. Il paziente va ascoltato, bisogna dargli la possibilità di raccontare la propria storia, di condividere lo stato d’animo che lo caratterizza nel percorso di cura. Questo è maggiormente vero quando si tratta di pazienti cronici che non hanno una prospettiva di guarigione e che dovranno affrontare una cura per tutta la vita. È dopo questo ascolto che deve organizzarsi lo stile comunicativo efficace in grado di generare un patto di cura tra medico e paziente. Importanza della comunicazione. Saper comunicare bene e in modo adeguato con i pazienti è fondamentale per coinvolgerli all’interno del percorso di cura ed evitare, soprattutto in prima prescrizione, un corretto utilizzo del farmaco che, in alcuni pazienti, evita il sovra utilizzo. La formazione del personale sanitario e dei pazienti deve essere una responsabilità delle Asl che devono organizzare percorsi di confronto costanti e strutturati, soprattutto per i pazienti più giovani che sono chiamati a confrontarsi con una patologia spesso attribuita, nell’immaginario collettivo e sociale, come appartenente ad una sfera generazionale più anziana. La telemedicina. La telemedicina è una conquista fondamentale degli ultimi anni che può garantire un maggiore contatto tra paziente e medico ma non può in alcun modo sostituire il contatto umano. Multidisciplinarietà. Il percorso terapeutico deve essere gestito attraverso una multidisciplinarietà di approccio. Il paziente deve essere al centro di una gestione congiunta di specialisti, MMG, farmacisti e infermieri di comunità. Farmacia dei servizi. Un forte ruolo nel percorso di adesione alle terapie può e deve essere svolto dalla farmacia dei servizi, immaginata come una sentinella capillare sul territorio e in grado di offrire servizi di prossimità compresa una azione di counseling con il paziente. L’associazionismo. Le associazioni di tutela dei pazienti devono essere maggiormente coinvolte nei percorsi di policy-making e nella organizzazione della informazione ai pazienti. Il contatto diretto tra associazioni e pazienti è un elemento di garanzia fondamentale che ha una funzione bilaterale. Da una parte certifica la bontà di determinati percorsi per i pazienti e dall’altra è un punto di osservazione alternativo alle istituzioni sull’andamento delle pratiche sanitarie. Logistica. L’organizzazione di servizi sul territorio deve tenere conto delle giuste distanze percorribili da un paziente per il reperimento di un farmaco o di un presidio. La presenza di ambulatori territoriali di prossimità per il rinnovo dei piani terapeutici costituirebbe un elemento di agevolazione nella adesione alle cure. La Regione Sicilia si è dimostrata aperta ad un confronto costante con le associazioni e ad affrontare il tema dell’aderenza alle terapie con l’istituzione di specifici tavoli tecnici per l’organizzazione di modelli in grado di misurare l’aderenza stessa e di eliminare le criticità che potrebbero comprometterne il percorso.

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