Nella Sicilia dominata dal fascismo a un quieto impiegato comunale, è intimata l’iscrizione al partito. L’uomo, dopo un periodo di dubbi acconsentirà per il bene della famiglia. Con il passare degli anni la coerenza antifascista del signor Piscitello rimarrà intatta e ben mascherata ai compagni di partito. La storia scorre e terminata la guerra, il comunale verrà licenziato per il suo trascorso in camicia nera.
Anni difficili è un film del 1948 diretto da Luigi Zampa. Tratto da un racconto di Vitaliano Brancati è una microstoria semplice dove un uomo qualunque viene travolto dagli eventi senza poter reagire . Perfettamente calibrato tra commedia e dramma Anni difficili ha il pregio di analizzare soprattutto la storia della gente comune incantata dalle idee Mussoliniane a tal punto da non rendersi conto di quanto ridicole potessero essere. Zampa analizza tutti gli aspetti della vita sotto una dittatura. Dalla glorificazione alla cecità completa di un popolo incantato a tal punto da superare la coscienza a favore di un’ideologia.
Vanno in scena tutti gli aspetti della vita, dalle divergenze in famiglia (moglie e figlia Piscitello sono ferventi fasciste) alle ideologie sovversive sussurrate come Radio Londra. Il film è dramma ma è anche commedia all’italiana, si analizzano soprattutto gli effetti sul popolo delle decisioni di un Mussolini meno statista del previsto. La sceneggiatura ha un impianto farsesco, dove la battuta serve per rendere un dramma ancora più vicino al pubblico. Con il passare degli anni e la fine della guerra Anni difficili assume le dimensioni di un corale andando a mostrare le conseguenze di una sconfitta su tutti le classi sociali.
Ex fascisti dal cambio di casacca immediato sono burlati da loro stessi in un finale che assume toni di una tragedia che ha il buon vizio di prendersi in giro. Un cinema post bellico che si discosta dal neorealismo classico tramite la forma più vicina al teatro da cui il film prende spunto. La rappresentazione che Brancati da della provincia catanese è evocativa e portatrice del fascino descrittivo, che solo un grande narratore potrebbe ispirare. Zampa dimostra di essere un profondo conoscitore del mezzo e un regista dallo stile personalissimo.