Mentre sono ancora incerti gli effetti a medio e lungo termine che avrà sul pianeta la pandemia di corona virus, è importante comprendere quali sono le priorità nelle scelte dei governi. “Nel corso della storia, sicurezza ha sempre fatto rima con forza militare e ciò ci ha fatto credere che per il nostro benessere siano necessarie enormi spese militari. Una pericolosa bugia disseminata ad arte, col sostegno dell’industria degli armamenti e dei governi che l’appoggiano per giustificare spese sproporzionate e tanti buoni affari.
La dura realtà è che le spese militari vanno a detrimento degli investimenti sul sistema sanitario e su altri servizi essenziali per le persone” è stata la conclusione di Greenpeace Italia, “Un solo caccia F-35 (che costa 89 milioni di dollari) basterebbe per pagare 3.244 letti di terapia intensiva”.
“Dovendo scegliere tra un fucile e un sistema di ventilazione polmonare per salvare la vostra vita, voi cosa scegliereste?”. A parlare così è Greenpeace Italia in in occasione della presentazione dell’ultimo rapporto del SIPRI, lo Stockholm International Peace Research Institute che monitora gli sviluppi delle spese militari in tutto il mondo dal quale emerge che “Le spese militari globali totali sono salite a 1.917 miliardi di dollari” nel 2019.
Rispetto all’anno precedente le spese in armi e armamenti sono aumentate del 3,6%. “Nel 2019 la spesa militare globale è stata superiore del 7,2% rispetto al 2010, mostrando un trend che ha accelerato la crescita della spesa militare negli ultimi anni” ha dichiarato Nan Tian del SIPRI.
Lo scorso anno, sono stati spesi in armi e armamenti il 2,2% del prodotto interno lordo globale (PIL). Come se ciascun abitante della terra avesse speso 249 dollari in armi e munizioni (da guerra). Al primo posto di questa classifica ci sono, come ormai consueto, gli Stati Uniti d’America che, nel 2019, hanno speso ben 732 miliardi di dollari in armi e armamenti: il 38% della spesa militare globale! Complessivamente, nel 2019, i paesi della NATO hanno speso in armi e armamenti oltre mille miliardi di dollari!
La Germania, lo scorso anno, ha destinato 49,3 miliardi di dollari, il 10% più dell’anno precedente ad armi e armamenti. “La crescita della spesa militare tedesca può in parte essere spiegata dalla percezione di una crescente minaccia dalla Russia, condivisa da molti Stati membri dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO)”, ha detto Diego Lopes da Silva anche lui del SIPRI.
Eppure, solo proprio pochi giorni fa, il presidente degli USA Donald Trump ha detto che la Germania spende troppo poco per la NATO e che si starebbe rivolgendo sempre più (commercialmente parlando, finora) verso la Russia. Anche altri paesi europei hanno aumentato considerevolmente il budget per strumenti di morte. La Bulgaria ha acquistato nuovi aerei da combattimento e la Romania ha aumentato addirittura del 17% la voce di bilancio destinata alle armi.
L’Italia occupa il dodicesimo posto di questa infelice classifica: nel 2019, il Bel Paese ha speso in armi e armamenti ben 26,8 miliardi di dollari. “Grossomodo quanto costano oltre 87.860 ambulanze perfettamente equipaggiate. Se preferite, ci potevamo dare lo stipendio a oltre 300 mila medici o 638 mila infermieri” è stato l’amaro commento di Greenpeace Italia.
Il 62% del totale delle spese in armi e armamenti è contenuto nei bilanci di cinque paesi: Stati Uniti d’America, Cina, India, Russia e Arabia Saudita. Interesante notare come l’ago della bilancia e degli equilibri si stia spostando da occidente verso oriente. “Le tensioni e la rivalità dell’India con il Pakistan e la Cina sono tra i principali motori dell’aumento delle spese militari”, afferma Siemon T. Wezeman, ricercatore senior della SIPRI.
Come dimostra la spesa del Giappone (47,6 miliardi di dollari) e della Corea del Sud (43,9 miliardi di dollari). Cina e India, nonostante tutti i problemi di sottosviluppo e gli elevati livelli di povertà hanno speso rispetivamente ben 261 miliardi di dollari (con un aumento del 5,1% rispetto al 2018) e 71,1 miliardi di dollari (qui la povertà è ancora maggiore ma anche l’aumento pari al 6,8% ).
Impossbile non fare il confronto con un altro dato: quello della fame nel mondo. Secondo la FAO, oltre 820 milioni di persone sopravvivono in condizioni di insicurezza alimentare grave. E il loro numero è tornato ad aumentare da quelche anno. Sono oltre 150 milioni i bambini in condizioni di malnutrizione cronica e oltre 50 di malnutrizione acuta. Salvare le loro vite (e quella di tutte le persone che muoiono di fame) dovrebbe essere una priorità assoluta.
Per farlo, secondo la FAO, basterebbero 267 miliardi di dollari. Meno di un settimo della spesa annuale in armi e armamenti globale. Meno di un terzo di quanto spendono in armi e armamenti gli Stati Uniti d’America in un solo anno. Eppure, i governi preferiscono spendere molto di più per uccidere invece che per salvare vite umane. Anzi, spendono ogni anno sempre di più….