«Arrediamo d’Arte l’Hospice»: come rinascere dalle braci del dolore

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il 7 aprile 2025 presso i locali dell’Hospice Asp Messina, sito presso l’Azienda Ospedaliera Papardo, i cui referenti medici sono il dott. Alessandro Grippa e la dott.ssa Santina Paratore, si svolgerà la cerimonia di consegna dei pannelli artistici donati da alcuni privati che hanno conosciuto la realtà dell’Hospice per motivi familiari o per motivi professionali e dal Lions Club di Messina, tra l’altro promotore insieme all’ ASP di Messina, dell’evento-spettacolo solidale «La Dea Cura tra mito e realtà», organizzato lo scorso 16 dicembre, di cui parte del ricavato è stato utilizzato per la realizzazione del progetto.

Il percorso artistico-sensoriale ideato per promuovere il benessere psicologico possibile, parte dall’assunto che l’oggetto artistico che prende vita sia una presenza reale nel setting terapeutico. Pazienti, familiari e operatori tutti partecipano all’«esperienza estetica» e ne sono reciprocamente influenzati: la dialettica di questa sinergia di emozioni, sensazioni e incontri «con l’Altro da sé» non è soltanto riconducibile alle parole che ne scaturiscono, né al significato stretto dell’opera stessa, ma all’estensione della conoscenza di se stessi e della realtà circostante, nelle diverse fasi della vita, attraverso punti di vista alternativi e processi di cura multidisciplinari.

Questa iniziativa dal titolo «Arrediamo d’Arte l’Hospice», curata dalla Dirigente Psicologa ASP Dott.ssa Angelida Ullo, costituisce la prima fase di un progetto più ampio promosso dalle UU.OO.CC. Assistenza Sanitaria Pazienti Fragili e Servizio di Psicologia, rispettivamente dirette dal Dott. Natale Molonia e dalla Dott.ssa Antonina Santisi, dal Titolo: «Umanizzazione degli Spazi di Cura: L’Arte e la Realtà Virtuale al servizio dell’Hospice». Ci si auspica una prossima realizzazione dell’intero progetto che mira trasversalmente al benessere psicologico, possibile, di tutti gli artefici del processo di cura (paziente, famiglia ed equipe) in cui, parafrasando Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina nel 1986, laddove l’uomo deve fermarsi perché non può aggiungere giorni alla vita, sia nutrito e supportato dal pensiero e dalla motivazione a «voler dare Vita ad ogni singolo giorno vissuto».

Della riproduzione dei dipinti d’Autore scelti per creare il percorso sensoriale, se ne sono occupati i proprietari del negozio di grafica Kappagi Design. Le stampe riprodotte hanno tratto vita dai dipinti di noti impressionisti internazionali (come Monet, Cézanne e Van Gogh), passando per l’Art Nouveau o stile Liberty di Klimt e l’esponente dei Fauves Matisse che si alternano, al contemporaneo e autoctono, pittore il Maestro Simone Caliò.

Tra artisti, operatori, familiari e commercianti l’influenza dell’Arte, mista alla forza delle emozioni scaturitene, ha fatto sì che partisse una vera e propria «cascata di solidarietà», grazie alla quale un’idea si è trasformata in realtà tangibile, il dolore «vissuto ed elaborato» per la perdita di un familiare in «nuova» energia vitale, il «colore» e la «relazione» strumenti terapeutici di un processo di cura sempre più articolato, complesso e multidisciplinare.

Dipingere ed esprimersi attraverso i colori non è soltanto un’arte ma anche un modo per conoscere sé stessi e capire il disagio altrui. I colori sono anche una «terapia», una terapia della comunicazione che spalanca gli occhi, gli occhi del cuore e della mente.

Virginia Woolf in uno dei suoi bellissimi saggi (Dell’essere malati) scrive e chiama la malattia un «grande confessionale».

I colori possiedono «significati nascosti» (M. Pastoureau – D. Simonnet, Il piccolo libri dei colori) che consentono alla nostra coscienza interiore, alla nostra anima ai nostri occhi ammalati (e/o che sono stati ammalati) di rinascere dalle braci del dolore, di ridestarci. I colori comunicano con gli occhi. Con i nostri occhi e con gli occhi degli altri la serenità, la pace interiore la saggezza che desideriamo che ci abiti.

L’articolo è accompagnato da alcune riproduzioni delle opere del Maestro Simone Caliò che arrederanno le stanze dei pazienti dell’Hospice dell’Azienda Ospedaliera Papardo che hanno scelto pazienti e medici insieme. Un’inaugurazione che si incastona nel periodo della quaresima e del Giubileo 2025. Eventi che ci insegnano a riscoprire il senso vero della cura. La carezza della cura – docet il professore Filippo Anelli (Presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici e odontoiatri [Fnomceo]) – «diventa sollievo dell’anima».

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