“Astolfo”, un lavoro ben costruito che parla di una stagione scomoda

Articolo di Paolo Quaglia

Professore in pensione con derive intimiste è sfrattato dal suo appartamento. Roma negli anni si è trasformata e gli affitti sono diventati impraticabili per l’anziano intellettuale. Dopo una ricerca senza frutti Astolfo decide di tornare al suo paese. Il professore torna nei luoghi della sua infanzia e prova a rientrare nella dimensione serena di una piccola città ma l’impresa si rivela più difficile del previsto. L’autunno della vita porta pazienza ma anche un disincanto che Astolfo fatica ad accettare. In aiuto dell’ex maestro arriva Stefania, una coetanea, in grado di smuovere l’apatia e il dubbio con il suo fascino.

Astolfo è un film del 2022 diretto e interpretato da Gianni Di Gregorio. L’autore torna a raccontare la vecchiaia attraverso l’entusiasmo di un uomo che guarda il mondo con una curiosità che ben conosce la vita. Un uomo solo che non rinuncia al sogno di un amore sincero, ma conosce i rischi della delusione. La regia di Di Gregorio accompagna la vicenda umana che il film porta con sé. Un cinema verità che riesce a trasmettere solarità trasformando il dramma in entusiasmo. Il rapporto con Stefania, un’ottima Sandrelli, è carico di grazia ed esaltato da dialoghi molto vicini alla realtà.

Un lavoro ben costruito che parla di una stagione scomoda , la vecchiaia, mostrandola in tutta la sua dolcezza . Il protagonista è un eroe che non si arrende, un duro con il sorriso e impossibile alla resa. A cavallo di una Panda bianca la coppia passa giornate costruendo il rapporto sincero che chiunque vorrebbe. Di Gregorio continua la sua carriera di grande osservatore capace di adattare le storie alla sua maschera e alla sua indole. Fare pace con se stessi non è mai molto semplice ma riuscire a reagire rimane un dovere per questi due esseri umani in grado di darsi forza.

Un mondo ideale che Astolfo e Stefania vivono come unici abitanti , uscendone per le necessità ma con la certezza e la voglia di poter rientrare . Un film che rasserena e dimostra quanto la vita non sia mai finita. Gianni Di Gregorio si conferma artista senza riferimenti, capace di creare un genere in cui sviluppare i suoi lavori rendendoli così vicini alla realtà da far sentire protagonista chiunque.

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