“Avrei voluto solo uno spritz”, il romanzo di esordio di Claudia Profera

Articolo di Francesco Ferrara

Non attendere le “occasioni importanti” ma sapere vivere con gioia il quotidiano

“Avrei voluto solo uno spritz” è il romanzo di esordio di Claudia Profera, avvocato penalista, napoletana di nascita e siciliana di adozione. Ed è proprio nella sua Sicilia che Claudia ambiente una parte del suo romanzo nel quale – quasi come in un diario – racconta la sua vita di professionista affermata ed impegnata nella politica forense; una vita frizzante e talvolta frenetica che, improvvisamente, subisce una battuta d’arresto: la scoperta di un tumore al seno.

Da quel momento la vita dell’avvocato e la sua agenda subiscono un rapido cambiamento: agli appuntamenti in studio ed alle udienze di aggiungono e, talvolta, sostituiscono le trasferte a Milano per curarsi; cambia l’agenda ma inizia anche un cambiamento interiore.

All’imperativo categorico “non ho bisogno di nessuno, basto a me stessa, sempre e comunque” si va gradualmente sostituendo la consapevolezza di essere circondate da persone amiche, in primis il suo maestro di professione ed inaspettatamente anche le curiose vicine di casa, che prima sbirciavano le sue abitudini: quella di una donna avvocato e visibilmente indipendente.

Sono cambiate, improvvisamente, le persone o è cambiata la protagonista? che decide di prendere in mano la sua vita non solo per lottare contro il cancro ma, soprattutto, per vivere la sua vita, istante per istante, gustando la bellezza di ciò che la circonda. È un percorso verso la guarigione non solo fisica.

“Avrei voluto solo uno spritz” è un inno alla vita, un atto di gratitudine verso le persone vere, quelle che ci amano.

Come scrive la protagonista, bisogna “imparare a non procrastinare, a non limitarsi nel vivere pienamente ogni istante ed abbandonare quella sorta di apnea i cui cade chi rimanda, rinviando la vita alle occasioni importanti”

Scritto con stile elegante e fresco, il romanzo della Profera riesce a strappare un sorriso anche se il tema principale è il racconto della lotta al cancro.

E chissà che sia stato proprio questo suo atteggiamento forte ed ironico a contribuire alla vittoria sul male che sconvolge il quotidiano fluire degli eventi che pensiamo di controllare.

Forse è quel sapere accettare – un po’ come scrive la protagonista, quando descrive le dinamiche familiari – la realtà ed affrontarla con decisione e volontà.

Una forza quella di Claudia Profera soprattutto di concedersi di non potere controllare tutto, di sapere trovare armonia nell’apparente disordine di chi apprezza, prima di ogni cosa, di essere “in piedi e felice”.

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