Ho scoperto Giulio Base, dopo aver visto il letterario e raffinato A la Recherche sono passato alla visione di Bar Giuseppe (su RaiPlay), uno degli ultimi film interpretati da Ivano Marescotti (scomparso nel 2023), in questo caso da protagonista. Bar Giuseppe è film metaforico, sin dal nome del protagonista, che nella prima sequenza del film resta vedovo, con la moglie che si accascia a terra e muore d’infarto. Per gestire il suo piccolo bar con annessa stazione di servizio, Giuseppe assume una giovane ragazza nordafricana di nome Bikira (significa vergine in lingua swahili), che comincia ad affezionarsi all’uomo. Nonostante la differenza di età i due s’innamorano e si sposano, dando scandalo nel piccolo paese, con la contrarietà dei due figli di Giuseppe. Il film è girato in Puglia, per lo più a Bitonto, con alcune scene a Terlizzi, Palo del Colle, Canosa, Lavello (Basilicata) e Loconia. Purtroppo non ha la meritata diffusione perché il Covid ne limitata la distribuzione e si costruisce una vita alternativa televisiva. Giulio Base afferma di aver voluto dare un’interpretazione moderna al mistero della natività, perché a un certo punto Bikira resta incinta e (a suo dire) non è mai stata con un uomo, tanto meno con Giuseppe che non l’ha mai sfiorata. Le interpretazioni possono essere molte, ma non interessa più di tanto, in ogni caso Giuseppe va in crisi e percorre una sorta di calvario prima di accettare il fatto compiuto. Un film che parla anche di accoglienza e di integrazione, di razzismo che viene dal basso, soprattutto da parte dei ceti più poveri della popolazione verso gli immigrati, colpevoli di portare via il poco lavoro. Personaggi molto azzeccati, soprattutto Giuseppe, con un grande Marescotti che recita per sottrazione, a base di silenzi e pura espressività, rendendo reale un contadino pugliese che vive in una masseria, ricorda la moglie perduta e manda avanti il lavoro quotidiano. La storia d’amore tra Giuseppe e Bikira (Diop) è raccontata con delicatezza ed è resa credibile, nonostante la differenza di età, dal rapporto di tenerezza che si crea tra l’uomo e la donna. I figli di Giuseppe sono Nicola Nocella (Nicola) – attore avatiano – che fa il panettiere e rifornisce di paste il bar e Michele Morrone (Luigi), che non lavora, ma è dedito a droga e alcol. Giulio Base fa quasi tutto, scrive e sceneggia una storia delicata, piccola ma ben narrata, girandola con uso poetico del piano sequenza, a base di riprese insolite (attraverso le insegne, le ruote dei camion …), dirigendo gli attori con mano ferma. Il fatto di calare il Bar Giuseppe in una sorta di non luogo in mezzo a un assolato deserto rende il tutto ancor più affascinante. La fotografia di Giuseppe Riccobene passa dai plumbei notturni periferici alle assolate mattine pugliesi; il montaggio è compassato, secondo i ritmi del cinema d’autore. Presentato nel 2019 alla Festa del Cinema di Roma, disponibile (in esclusiva) su RaiPlay dal maggio 2020. Se amate il buon cinema italiano dovete assolutamente vederlo.
Regia: Giulio Base. Soggetto e Sceneggiatura: Giulio Base. Fotografia: Giuseppe Riccobene. Musiche: Pietro Freddi. Scenografia: Isabella Angelini. Genere: Drammatico. Paese di Produzione: Italia, 2019. Case di Produzione: One More Pictures, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): RaiPlay. Interpreti: Ivano Marescotti (Giuseppe), Virginia Diop (Bikira), Nicola Nocella (Nicola, figlio panettiere), Teodosio Barresi (il vecchio), Ira Fronten (madre di Bikira), Emmanuel Dabbone (padre di Bikira), Selene Caramazza (moglie di Nicola), Michele Morrone (Luigi, figlio sfaccendato), Vito Mancini (Baffo), Cinzia Clemente (pettegola), Grazia Daddario (moglie del vecchio).