“Bohemian Rapsody”, un film controverso come la persona cui è dedicato

Articolo di Gordiano Lupi

Bohemian Rapsody è un un film controverso come la persona cui è dedicato, il regista sarebbe Dexter Fletcher, subentrato a Bryan Singer che abbandona il progetto per divergenze creative sul come narrare la storia. I titoli di testa, in ogni caso, riportano solo Singer, che non gradisce la paternità del prodotto, e non accreditano alcun merito a Fletcher. Il film è il classico lavoro didascalico che racconta – in forma persino agiografica, quasi da buona novella – i primi quindici anni del gruppo rock dei Queen, dalla nascita (1970) fino al famoso concerto Live Aid (1985). La storia si ferma a questo punto, senza scendere nei particolari della malattia di Freddie Mercury, citando solo nei titoli di coda il motivo e l’anno della morte. Un film che ha avuto quattro oscar, forse eccessivi, ma a ben vedere il protagonista Rami Malek è davvero bravo, immedesimato totalmente in Mercury, opera una trasformazione facciale evidente per rendersi simile al cantante dei Queen, idolo di una generazione. Forse gli Oscar assegnati e il successo del film sono merito più della popolarità del personaggio che del valore cinematografico della pellicola. In ogni caso, sono ben dati il premio al montaggio sonoro e al sonoro, pure il montaggio classico è molto curato. Il film presenta qualche difetto nei dialoghi didascalici e in una sceneggiatura prevedibile, scritta in maniera troppo lineare e non del tutto realistica. Interessante il modo in cui il regista decide di mostrare la caduta negli inferi di Freddie Mercury fino alla scoperta di essere malato di Aids. I rapporti a rischio non vengono mai esibiti, ma suggeriti in dissolvenza. Commovente la riconciliazione finale con la famiglia di origine e con la prima fidanzata, prima della scoperta di essere omosessuale, così come il ritorno a far parte dei Queen è una sequenza realizzata con pregevole sofferenza. Le musiche sono straordinarie, ma non poteva essere altrimenti, perché la colonna sonora è basata su pezzi di successo dei Queen, la realizzazione dell’ultimo concerto si giova di risorse computerizzate ma è credibile, infine la performance di Rami Malex sul palco ricalca le vere movenze di Freddie (microfono in mano compreso). Bohemian Rapsody è un film gestito piuttosto bene sui vari registri, forse il più modesto è quello drammatico, perché sia il lato musicale che il biografico sono girati con notevole maestria. Passato su Rai Uno, reperibile su RaiPlay. Un film da vedere, pur con i difetti tipici delle pellicole biografiche.

Lingua: Inglese. Paesi di Produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito, 2018. Durata: 134’. Genere: Biografico, Drammatico, Musicale. Regia: Dexter Fletcher (non accreditato), Bryan Singer. Soggetto: Anthony McCarten, Peter Morgan. Sceneggiatura: Anthony McCarten. Fotografia: Newton Thomas Sigel. Montaggio e Musiche: John Ottman. Scenografia: Aaron Haye. Costumi: Julian Day. Trucco: Charlie Hounslow. Produttore: Jim Beach, Graham King. Produttore Esecutivo: Dexter Fletcher, Justin Haythe, Armon Milchan, Denis O’ Sullivan, Jane Rosenthal, Bryan Singer. Case di Produzione: GK Films, New Regency Pictures, Queen Films Ltd, TriBeCa Productions. Distribuzioine Italia: 20th Century Fox. Interpreti: Rami Malex (Freddie Mercury, Lucy Boynton (Mary Austin), Gwilym Lee (Brian May), Ben Hardy (Roger Taylor), Joseph Mazzello (John Deacon), Aidan Gillen (John Reid), Tom Hollander (Jim “Miami” Beach), Allen Leech (Paul Prenter), Mike Myers (Ray Foster), Aaron McCusker (Jim Hutton).

Related Articles